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Nel 2018 in Puglia raccolte oltre 8mila t di olio usato
Roma, 4 lug. - (AdnKronos) - Nel 2018 in Puglia sono state raccolte circa 8.560 tonnellate di olio usato, tutte destinate alla rigenerazione, con un conseguente e significativo risparmio sulle importazioni di petrolio del Paese e sulle emissioni di CO2, visto che per ottenere una tonnellata di olio lubrificante vergine è necessario raffinare oltre 10-15 tonnellate di petrolio. Sono i dati emersi oggi in occasione della tappa a Bari di CircOILeconomy, progetto di Conou, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Confindustria, un road-show che prevede una serie di incontri territoriali finalizzati alla sensibilizzazione dei detentori industriali sulle norme di gestione degli oli minerali usati. “Da oltre 35 anni il Conou mette in pratica quelle che oggi vengono definite come le buone pratiche dell’economia circolare. Con il 2018 si può dire che il Circolo sia oramai stato completato, con una raccolta del 99% del raccoglibile e una rigenerazione del 99% del raccolto", dichiara Riccardo Piunti, vice presidente del Conou, sottolineando che, con la tappa barese di oggi, "intendiamo condividere questa sensibilità, e incrementare il dialogo aperto con gli imprenditori". "Evitare la miscelazione impropria con altri rifiuti liquidi pericolosi deve essere obiettivo di tutti, sia per garantire il rispetto delle norme e leggi in materia che per rendere possibile la rigenerazione degli oli producendo nuove basi lubricanti; un olio usato gestito con accortezza durante le fasi di stoccaggio temporaneo presso l’industria, potrà consentire un processo di ri-raffinazione efficiente e garantire una qualità della base rigenerata adeguata agli standard , sempre migliorati, richiesti per produrre oli lubrificanti nuovi”, conclude Piunti. Ad emergere dall'incontro è stato anche quanto la regione stia puntando sulla bioeconomia. Confindustria Puglia ha infatti recentemente sottoscritto il manifesto per la bioeconomia in Puglia, congiuntamente all’Università degli studi di Bari e alla Regione, per l’adozione di azioni che stimolino processi virtuosi di cooperazione e di definizione di nuovi modelli di business. Il prossimo passo sarà la costituzione di un cluster regionale sulla bioeconomia e sostenibilità ambientale per supportare aziende e istituzioni pubbliche attraverso delle partnership pubblico-privato in un’ottica di trasparenza e legalità del settore ambientale.