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Nel carcere di Bollate sono i detenuti a fare la differenziata
Roma, 23 mar. - (AdnKronos) - Recuperare e valorizzazione i rifiuti prodotti nel carcere, nello specifico nel carcere di Bollate dove, solo per fare un esempio, si buttano circa 13 tonnellate di pane all’anno. E' l'obiettivo della collaborazione avviata da Novamont e Amsa con Keep the Planet Clean, gruppo di lavoro fondato da alcuni detenuti dell'istituto, presentata a Fa’ la cosa giusta 2018, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili in corso a Fieramilanocity. Tutto nasce nel 2015 quando due detenuti, Fernando Gomes Da Silva e Matteo Gorelli, iniziano a immaginare come recuperare i rifiuti prodotti nelle carceri. Prende vita così il gruppo Keep the Planet Clean che, oltre all’obiettivo iniziale, ha cominciato a pensare più in grande, immaginando possibili attività lavorative ed economiche legate alla gestione e alla valorizzazione dei rifiuti, attività che potessero rappresentare un’opportunità di occupazione per la popolazione detenuta, mantenendo la loro valenza riparativa nei confronti della comunità esterna. Dopo un lungo lavoro di analisi e ricerche è stata presentata una relazione alla direzione del carcere che ha subito coinvolto Amsa e Novamont, avviando così il processo che, partito in forma sperimentale presso il quarto reparto nel gennaio 2017, si è concluso con la partenza ufficiale della raccolta differenziata in tutti i reparti detentivi della II C.R. di Milano Bollate al 1 agosto 2017. Dal 1 settembre 2017, con l’estensione al reparto femminile, la raccolta differenziata coinvolge l’intero penitenziario. Novamont ha donato al penitenziario una quantità di sacchi in bioplastica Mater-Bi sufficienti per gestire il fabbisogno di almeno 12 mesi, considerando un consumo medio mensile di 15.000 sacchi. Nel carcere di Bollate, i sacchi in Mater-Bi, come già accaduto con la città di Milano, si sono rivelati uno strumento fondamentale per consentire una raccolta del rifiuto organico efficiente e igienica. Con oltre 15.000 kg al mese, infatti, la frazione umida rappresenta oltre l’85% dei rifiuti prodotti nel carcere di Bollate. Evitarne lo smaltimento in discarica e consentirne invece il recupero, significa ridurre l’emissione di gas a effetto serra e contribuire alla creazione di compost di qualità, un alleato importantissimo per combattere la desertificazione e l’erosione dei suoli. “Questa esperienza lascia a tutti i suoi protagonisti un dividendo economico, sociale e ambientale di incredibile valore e siamo molto fieri di continuare ad esserne parte, sostenendo anche le altre attività di Keep the Planet Clean”, dichiara Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont.