Sostenibilita
Per la caccia in deroga sanzioni pecuniarie dalla Commissione Europea
Roma, 6 ago. (Adnkronos) - Lo scorso 2 luglio, la Direzione generale Ambiente della Commissione Europea ha scritto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri evidenziando che se l'Italia non la smette di autorizzare, in deroga alle leggi comunitarie, l'uccisione di milioni di piccoli uccelli protetti e non corre al più presto ai ripari per impedire "che tali deroghe producano i loro effetti, la Commissione europea non avrà altra scelta che presentare un secondo ricorso dinanzi alla Corte di Giustizia Ue, proponendo l'imposizione di sanzioni pecuniarie contro la Repubblica Italiana". Nella medesima lettera, la Commissione Europea offriva al ministro Moavero tutte le indicazioni per superare i punti problematici, al fine di risolvere la procedura d'infrazione ed evitare pesanti conseguenze al nostro Paese. Il governo Letta "ha omesso di informare il Parlamento -sostengono ora gli ambientalisti- lasciando che il 31 luglio scorso venisse approvata alla Camera dei Deputati, in via definitiva, la Legge europea 2013, senza il recepimento delle indicazioni comunitarie". "Perché il ministro Moavero non ha informato il Parlamento di una nota così puntuale, che consentiva di risolvere definitivamente una pesante procedura d'infrazione?" si chiedono Cabs, Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf. "Siamo di fronte a un fatto inspiegabile, se non con una certa sudditanza del governo e di taluni settori delle amministrazioni pubbliche alla lobby più marginale del mondo venatorio, quella della caccia ai fringuelli". Il risultato, proseguono gli ambientalisti, "è che oggi ci ritroviamo una riforma della legge sulla caccia in deroga che non soddisfa se non una piccola parte delle precise richieste comunitarie e, soprattutto, lascia pericolosamente aperta una serie di finestre, perché le infrazioni possano continuare, con il rischio più che concreto che si giunga alla seconda e definitiva condanna per l'Italia". "Se da una lato sarà oggettivamente più difficile, per Veneto, Lombardia e chiunque volesse cacciare in deroga, continuare nel loro regime di palese infrazione della normativa comunitaria, dall'altro si è persa un'ottima occasione per chiudere definitivamente questa annosa e sgradevole questione". Per queste ragioni le sei associazioni ambientaliste hanno inviato una nota al presidente del Consiglio, Letta, e al ministro dell'Ambiente, Orlando. Chiedendo di intervenire, adottando tempestivamente nuove disposizioni normative che raccolgano i rilievi segnalati dalla Commissione, per sanare e chiudere la procedura d'infrazione e fermare definitivamente questa "vergogna, tutta italiana, che colpisce milioni di uccelli migratori, come i fringuelli, i frosoni, le pispole, più piccoli della stessa cartuccia che li uccide. La partita -concludono gli ambientalisti- si gioca sulle piume dei piccoli uccelli migratori protetti, il rispetto del diritto, la protezione della natura e le pesanti sanzioni europee".