Sostenibilita
Orsi polari in pericolo, il 75% degli esemplari a rischio estinzione entro il 2050
Roma, 22 mar. - (Adnkronos) - Tra cambiamenti climatici e trivellazioni, il 75% degli orsi polari rischia di scomparire entro il 2050. E' l'allarme del Wwf che lancia la nuova campagna "Last Ice Area" a difesa di quei circa 1,3 milioni di chilometri di ghiacci spessi, a cavallo di Groenlandia e Canada, in grado di resistere alla fusione estiva e supportare la vita della fauna selvatica e dei popoli indigeni, oggi minacciati dall'innalzamento delle temperature globali e dalle esplorazioni petrolifere favorite dall'apertura di passaggi navigabili tra i ghiacci. Il lancio della campagna avviene in occasione del 40° anniversario dell'Agreement on the Conservation of Polar Bears, l'accordo internazionale sottoscritto da Canada, Stati Uniti, Danimarca, Norvegia e l'ex Unione Sovietica nel 1973. Al Circolo Polare Artico, dove l'aumento delle temperature è due volte quello registrato in altri luoghi del pianeta, i ghiacci si riducono ad un ritmo incessante. Dal 1979, quando sono iniziati i primi rilevamenti satellitari, si sono quasi dimezzati e la superficie della banchisa artica estiva, che si forma naturalmente durante i freddi inverni artici per poi ridursi quando le temperature crescono in primavera ed estate, ha raggiunto nel 2012 il minimo storico passando da 7 a 3,41 milioni di chilometri quadrati. L'aumento delle temperature medie, le più alte dell'intera storia del pianeta negli ultimi 20 anni, comporta una drammatica riduzione dell'area dove l'orso vive e caccia. A questi ritmi nel 2050, il 75% degli orsi polari saranno scomparsi, non a caso l'Iucn ha recentemente iscritto gli ultimi 22.000 esemplari rimasti nella lista degli animali a rischio estinzione. La fusione del ghiaccio artico rende la ricerca di cibo sempre più difficile costringendo gli orsi a continui spostamenti e i piccoli, che seguono le loro madri, non sopravvivono alla fatica e allo sforzo. Quando invece si spostano verso la terra ferma, rischiano di avvicinarsi troppo alle comunità e ai villaggi dell'uomo esponendosi al rischio di venire uccisi, per paura o per difesa nell'eterno conflitto tra grandi carnivori e attività umane. Inoltre, la fusione dei ghiacci rende l'Artico più vulnerabile e accessibile allo sfruttamento: sono moltissime le richieste di concessioni per l'estrazione del petrolio in luoghi prima inaccessibili così come aumentano drammaticamente le rotte di pericolosissime navi petrolifere.