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Fantastico Mediterraneo, le sue profondità nelle foto Ispra

Roma, 13 apr. - (AdnKronos) - Chi pensava che le profondità marine fossero buie e deserte dovrà ricredersi. Colori sgargianti, forme variegate, animali fantastici, paesaggi inaspettati: c'è tutto questo nelle 'viscere' del Mediterraneo, tra i 50 e i 400 metri di profondità, un patrimonio scientifico e culturale di immenso valore raccontato in una mostra: "Colori profondi del Mediterraneo", al Museo Civico di Zoologia di Roma dal 14 aprile al 19 giugno. Esposta una selezione di 35 immagini provenienti dagli archivi di Ispra, scattate nelle profondità esplorate per la prima volta nel dettaglio. Le foto, raccolte insieme a un'altra sessantina in un libro fotografico che l’Ispra ha realizzato, sono una selezione rappresentativa dei 900 i punti di immersione e delle 50 campagne oceanografiche portate avanti, dal 2007 in poi, dai ricercatori dell’Istituto. Studio reso possibile dall’utilizzo di strumentazione d’avanguardia, in particolare di un Rov (Remotely Operated Vehicle), piccolo robot pilotato dalla nave d’appoggio e che naviga in prossimità del fondo, acquisendo filmati, foto dell’ambiente circostante e raccogliendo piccoli campioni degli organismi marini presenti. La mole di dati raccolti ha stravolto in pochi anni le conoscenze sulle comunità profonde mediterranee, con l’acquisizione di nuove importanti informazioni e aprendo le strade per nuove linee di ricerca. Prima di queste immersioni si ipotizzava che scendendo più a fondo gli ambienti divenissero poveri e bui. Invece si sono scoperti veri e propri hotspot di biodiversità, caratterizzati dalle cosiddette “Foreste animali”. Creature sessili ed erette, che si elevano dal substrato, creando con le loro forme massive e arborescenti nuovi spazi, anfratti e nicchie, che richiamano e ospitano altri organismi. Le spugne e i coralli sono protagonisti di questi ecosistemi profondi. Fungono da sostegno e attirano a sé una ricchissima fauna associata, fatta di pesci, molluschi, crostacei, echinodermi. Ogni organismo trae giovamento dall’altro, in un continuo scambio di energia. Lo spettacolo è affascinante e sorprendente, simile a quello cui si assiste con le foreste terrestri, per struttura, ricchezza e complessità: esplosioni di colori e forme, già fantasticate da antichi naturalisti e pescatori. Gorgonie bianche e gialle, corallo rosso e millenari coralli neri; e tra i pesci lo scorfano, la rana pescatrice, murene, ricciole, pesci luna, cernie giganti, gattucci e squali vacca, nonché crostacei come l’aragosta di profondità e molteplici tipologie di spugne, come quelle a camino e a calice. Ma nelle profondità ci sono anche, perfino laggiù, i segni del passaggio dell’uomo: reti abbandonate, copertoni e bidoni, buste di plastica e bottiglie. Negli scatti che raccontano i colori profondi il mare più presente è quello della Sardegna, seguito da Sicilia e Calabria, ma ci sono anche i fondali di Liguria, Toscana, Campania e Lazio, a testimonianza di una straordinaria ricchezza che coinvolge tutti i mari italiani. Oltre alle foto la mostra sarà l’occasione per capire come si svolgono le ricerche, attraverso un video in cui alcuni ricercatori dell’Ispra raccontano la loro esperienza. Inoltre, saranno esposte per la prima volta alcuni reperti delle collezioni del Museo provenienti dal Mediterraneo.