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Un Natale contro lo spreco, a partire dal cenone e dalla spesa

Roma, 23 dic. - (AdnKronos) - Tavole imbandite sì, ma senza esagerare e, soprattutto, mettendo in campo strategie antispreco. Secondo il nuovo sondaggio dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market /Swg, l’81% degli intervistati (4 italiani su 5) riutilizzerà in vari modi eventuali residui del cenone. Come? Consumandoli i giorni successivi per il 64%, congelandoli per consumarli più avanti (12%), invitando amici e parenti a consumarli (5%). E c'è poi un 18% che addirittura esclude di produrre avanzi, mentre solo l’1% dichiara di voler gettare eventuali avanzi della cena di Natale. Nella generale tendenza alla moderazione di acquisto, rientrano anche dichiarazioni come "comprerò le solite cose natalizie, senza esagerare" (41% degli intervistati) e "cercherò di risparmiare il più possibile" (30%). Ma in vista della spesa delle feste si cerca soprattutto di giocare d’anticipo per battere lo spreco: 9 italiani su 10 dichiarano di voler controllare quello che c’è già in casa prima di fare la spesa, e sempre 9 su 10 che si faranno una lista di quello che serve realmente. Congelare quello che non si consuma subito è una prassi acquisita per oltre 8 italiani su 10, e 7 su 10 dichiarano di aver ridotto la quantità di spesa per prevenire lo spreco. Nel 65% dei casi la spesa si concretizza solo in vista dei pranzi e cene, non con largo anticipo. Infine, un italiano su due vede nel packaging la soluzione ai problemi di spreco e privilegia l’acquisto di confezioni più piccole. Sullo spreco di cibo in generale, il 78% degli italiani è consapevole che la tendenza vada verso una riduzione generale: secondo il 66% degli intervistati la ragione è la crisi economica, ma un italiano su tre dichiara che la ragione principale è l’aumentata sensibilità per la questione dello spreco alimentare. Solo il 3% collega la riduzione dello spreco all’attenzione per l’ambiente. "Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’", ricorda il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, che sulla questione spreco è al lavoro anche come presidente del Comitato tecnico-scientifico di implementazione del Programma nazionale di riduzione dei rifiuti, varato dal ministero dell’Ambiente. "Lo spreco annuo di cibo sul pianeta vale una volta e un terzo l’intero Pil italiano, ovvero 2.060 miliardi di euro inclusi i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi - aggiunge - Per questo, in vista di Expo è scattato il conto alla rovescia per la sottoscrizione della Carta di Bologna, lanciata lo scorso 24 novembre”. Nell’ottobre 2015, Giornata mondiale dell’alimentazione, il documento sarà firmato dai Paesi di Expo che l’avranno condiviso in forma partecipata. Sarà la prima piattaforma comune di lotta allo spreco alimentare nel mondo: dalla condivisione di una definizione comune di ‘food waste’ alle buone pratiche di riduzione dello spreco di cibo. E poi confluirà nella Carta di Milano, che sta curando il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il vero lascito di Expo. Nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. In Italia, elaborazioni Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.