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Dall'avorio alla lana shahtoosh, i regali 'vietati' per chi ama la natura

Roma, 9 dic. - (AdnKronos) - Natale alle porte, via alla corsa al regalo. Ma se volete bene all'ambiente e agli animali, e soprattutto se il destinatario è sensibile a queste tematiche, meglio fare attenzione a ciò che si compra perché la lista dei doni nemici della natura è lunga. E in alcuni casi, un semplice acquisto oltre a danneggiare habitat e specie animali, può contribuire a finanziare guerre e conflitti. Soprammobili, gioielli, capi di abbigliamento, prodotti della medicina popolare: l'errore è dietro l'angolo, dall'avorio alla lana shahtoosh. Prima regola: no all'avorio intagliato, sia di elefante che di rinoceronte. Una materia prima che fa gola, tanto che solo nel 2013 sono stati tra i 22.000 e i 25.000 gli elefanti uccisi, 70 al giorno, mentre solo in Sud Africa dai 13 rinoceronti uccisi dai bracconieri nel 2007 si è saliti ai 1.004 del 2013. Meglio rinunciare e scegliere un altro materiale per statue e statuine, bracciali, pedine degli scacchi. Per lo stesso motivo, occhio alla medicina popolare che sta vivendo un periodo d'oro, ma l'importazione di questi farmaci può essere illegale. Ossa di tigre, corni di rinoceronte, muschio o bile di orso: spesso tra i componenti vi sono animali e piante a rischio estinzione. Se ci orientiamo su un accessorio di abbigliamento, no alla lana shahtoosh: è considerata la Regina delle Lane, ma è ricavata dal mantello dell'antilope tibetana, una specie altamente minacciata di estinzione. Per confezionare sciarpe e foulard è stato sterminato il 90% di questa specie, considerato che per un solo scialle bisogna uccidere fino a tre animali. Per lo stesso motivo, no a cappotti e borse di leopardo, irbis, gatto di Geoffroy, tigre, leone, puma, giaguaro, ocelot o ghepardo. Meglio scegliere stoffe in seta naturale o altre fibre naturali. Un regalo per chi ama la musica? La scelta è ampia quindi si può rinunciare ad acquistare strumenti musicali in guscio di tartaruga, chitarre in palissandro di Rio e i cosiddetti 'bastoni della pioggia' in legno di cactus. Per quanto riguarda il legno, infatti, è bene ricordare che dal 30 al 40% delle esportazioni dal continente asiatico è di origine illegale e una grandissima fetta è destinata all’Europa. Gli omaggi floreali non sono esclusi: orchidee, cactacee, aloe (con l'eccezione dell'aloe vera), euforbie e ginseng americano sono piante protette per cui sono richiesti documenti Cites (la Convenzione di Washington). Occhio anche ai bastoncini d'incenso in legno di aloe, sandalo o rosa. Il mercato nero di fauna e flora selvatiche fa viaggiare da un continente all’altro avorio, corni di rinoceronte, pelli, e legname protetti alimentando un giro di affari di 23 miliardi di dollari l’anno, il quarto mercato illegale mondiale dopo droga, armi ed esseri umani. Secondo le nazioni Unite più del 40% dei conflitti mondiali tra Paesi è da imputarsi al possesso di risorse naturali, a partire dal Paese ‘simbolo’, la Repubblica Democratica del Congo, uno dei più problematici riguardo il bracconaggio di elefanti, ippopotami, grandi scimmie e produzione illegale di carbone. Secondo il Wwf, numerosi gruppi armati hanno acquistato armi e droga col saccheggio di biodiversità: Lord Resistency Army, le forze democratiche per la difesa del Rwanda, Mai-Mai Morgan. Janjaweed in Sudan si finanzia col commercio di avorio e corni di rinoceronte; i narcotrafficanti in CentroAmerica deforestano illegalmente intere zone; le milizie tribali in Nord Birmania sfruttano tigri e rettili.