sostenibilita

Dietro l'accordo Cina-Usa si nascondo gli investimenti nel settore delle rinnovabili

Roma, 12 nov. - (AdnKronos) - Si nascondono interessi economici dietro l'accordo Cina- Usa sulla riduzione di emissioni climalteranti. Non ha dubbi Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys, società che si occupa di consulenza e strategie ambientali, secondo cui la strada verso una riduzione delle emissioni sembrava già segnata visti gli enormi investimenti di Cina e Stati Uniti nel settore delle rinnovabili. L'accordo, commenta all'Adnkronos Marangoni, "è sicuramente positivo perché segna un passo in avanti verso il meeting di Parigi. L'intesa, inoltre, porterà sicuramente ad un incremento degli investimenti nelle rinnovabili e in efficienza energetica ma i tempi di applicazione, soprattutto per la Cina, sono troppo lunghi". Sull'accordo, dunque, “non c'è dubbio che abbiano pesato interessi economici che dal punto di vista della Cina garantiscono una stabilità di lungo periodo” commenta Marangoni. La Cina, spiega Marangoni, “ha fatto investimenti molto consistenti nel settore delle rinnovabili per due motivi: perché il consumo di energia sta crescendo in generale e perché ha bisogno di riequilibrare le fonti, troppo sbilanciate a favore del carbone”. “Ed è in questa direzione che va letto anche il recente accordo con la Russia sul gas. La Cina deve cambiare il mix energetico e deve farlo nella maniera meno impattante, visto che ha dei consumi energetici complessivi enormi”. Sebbene il paese sia ancora fortemente dipendente dalle fonti fossili, negli ultimi anni, secondo un report di Althesys, si è assistito a un rapidissimo sviluppo delle rinnovabili. La Cina, infatti, è il primo paese al mondo per capacità installata di idroelettrico (249,5 Gw) e di eolico (91,4 Gw) e il secondo per il solare (19,7 Gw). Nel 2013, inoltre, la capacità installata nell’anno di Fonti di energia rinnovabile (49 Gw) ha superato per la prima volta quella di fonti fossili e nucleare. È stato un anno record per quanto riguarda le installazioni di eolico (16,1 Gw), in aumento del 24,1% rispetto all’anno precedente, e di solare (12 Gw), di cui mai nessun Paese prima d’ora aveva installato più di 8 Gw in un solo anno. Il Governo si prefigge di raggiungere i 100 GW di eolico e i 35 Gw di solare entro il 2015 e aumentare al 20% la percentuale di generazione elettrica da Fer entro il 2020. Per gli Stati Uniti, invece, il 2013 è stato un anno particolare. Da un lato c’è stato il crollo del 92% delle installazioni di eolico rispetto al 2012 mentre, dall’altro, il comparto fotovoltaico ha continuato a prosperare, crescendo del 41% rispetto all’anno precedente. Nonostante nel 2013 gli Stati Uniti abbiano installato solo 1.084 Mw di eolico, rimangono saldamente al secondo posto dopo la Cina per capacità cumulata, con oltre 61 Gw. Per il fotovoltaico è stato, invece, un anno molto positivo: sono stati installati 4.751 Mw, pari al 29% di tutta la nuova capacità di generazione elettrica installata nell’anno in America. Il fotovoltaico ha così raggiunto una potenza cumulata di 13,4 Gw, facendo guadagnare agli Stati Uniti la quinta posizione a livello mondiale dopo Germania, Cina, Italia e Giappone.