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Bufera tra Wwf e Survival, per il World Wildlife Fund in atto 'un attacco denigratorio'

Roma, 8 ott. - (AdnKronos) - Non si placano le polemiche scatenate dall'accusa di complicità negli abusi perpetrati ai danni dei Baka, mossa nei giorni scorsi da Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, al Wwf. E oggi il Fondo mondiale per la natura torna a difendersi e a fare chiarezza sulla vicenda, dopo la prima risposta all'attacco del 6 ottobre. L’accusa è di finanziare, tramite il ministero delle Foreste del Camerun, squadre di guardie antibracconaggio che, nello svolgere la propria attività, ledono i fondamentali diritti umani della popolazione indigena dei Baka. Il Wwf parla di "un attacco denigratorio da parte di Survival International" ed esprime "indignazione sulla modalità che Survival International ha deciso di seguire per sensibilizzare il pubblico su una faccenda di estrema serietà". Per il World Wildlife Fund "Survival ha deciso di operare strumentalmente per farsi pubblicità e rasenta con questa operazione l’assurdo puntando il dito contro l’obiettivo sbagliato. Siamo abituati a difenderci da tanti nemici e soprattutto dai poteri forti mondiali - fa sapere il Wwf - ma ci lascia esterrefatti questa modalità che stavolta proviene da una onlus che dovrebbe operare per i diritti umani e nell’interesse delle comunità locali". Il Wwf decide quindi di difendersi facendo chiarezza e pubblica sul sito http://www.wwf.it/news/notizie/?11000/WWF-risponde-a-Survival l’intera cronologia della vicenda, i progetti in quei territori e le risposte alle accuse. "Ci auguriamo che Survival cresca negli obiettivi da perseguire e negli strumenti da utilizzare nelle proprie campagne e impari a guardare negli occhi i poteri forti che stanno sottraendo futuro ai pigmei come a tutti noi", aggiunge il Wwf che invita i cittadini a farsi questa domanda: "a cosa serve puntare il dito contro il Wwf, che conduce da anni una strenua battaglia contro i crimini di natura e sempre a fianco delle popolazioni locali in tutto il mondo e che proprio in questi giorni ha rilanciato il tema con una grande campagna e mobilitazione?". "Ci aspettavamo la ritorsione di chi opera nel settore del crimine e dell’illegalità ma non certo quella di un’organizzazione che dichiara di battersi per i diritti delle comunità locali", aggiunge il Wwf che contrattacca: "Survival non conduce alcun progetto sul campo, né si occupa di cooperazione per le comunità indigene, ma lavora da uffici remoti e principalmente a tavolino e non ha mai fatto nulla per affiancarci sul campo nel difendere in prima persona le comunità indigene. Al contrario il Wwf agisce da anni con centinaia di progetti di sostegno allo sviluppo sostenibile in tutto il mondo mettendo a rischio le sue stesse persone sul campo". Il Wwf ricorda il caso dell’area protetta di Zanga-Shanga al confine tra Camerun e Repubblica centro africana: "all’arrivo dei genocidi dei Seleka l’unica organizzazione rimasta a fianco di questi popoli è stato il Wwf. Perché Survival non c’era? Sulla vicenda in Camerun abbiamo chiesto per primi che fosse fatta un’indagine seria ed esterna sui fatti denunciati. In questi giorni invece