sostenibilita
La natura a metà, dal 1970 -52% per le popolazioni di vertebrati
Roma, 30 set. - (AdnKronos) - Popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili dimezzate. Anzi, di più: diminuite del 52% dal 1970 a oggi. Peggio ancora le sole specie di acqua dolce che registrano un declino addirittura del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine. E la maggior parte di queste perdite provengono dalle regioni tropicali, in particolare dell’America Latina. Sono i dati allarmanti contenuti nel Living Planet 2014, decima edizione del rapporto internazionale del Wwf edito ogni due anni. Secondo il rapporto, la minaccia maggiore alla biodiversità deriva dalla combinazione tra l’impatto della perdita di habitat e il loro degrado. Pesca e caccia (bracconaggio compreso) sono altre minacce significative. Senza dimenticare i cambiamenti climatici che, come documentato da numerose ricerche raccolte nel rapporto, sono già responsabili della possibile estinzione di diverse specie. “E’ allarmante il livello raggiunto dalla perdita di biodiversità e i danni provocati agli ecosistemi essenziali per la nostra stessa esistenza - commenta Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - Questi danni non sono inevitabili ma costituiscono una conseguenza del modo che abbiamo scelto di vivere". "Sebbene il rapporto mostri come la situazione sia critica - aggiunge Bologna - vi sono ancora spazi per la speranza, ma è necessario non perdere altro tempo. Per proteggere la natura è necessaria un’azione incentrata sulla conservazione attiva, la volontà politica e un chiaro e significativo supporto da parte delle imprese”. Mentre la perdita di biodiversità in tutto il mondo a livelli critici il Living Planet Report 2014 evidenzia come le aree protette gestite efficacemente siano in grado di avere un ruolo molto importante per salvaguardare la fauna selvatica. Ad esempio in Nepal, grazie a attività concrete di conservazione si verificato un incremento della popolazione di tigri in questi ultimi anni. Nel complesso, le popolazioni nelle aree protette in ambienti terrestri soffrono meno della metà del tasso di declino presente nelle aree non protette.