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Gli effetti dei cambiamenti climatici sul Made in Italy

Roma, 23 set. (Adnkronos) - "La conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici prende il via nel giorno dell'autunno astronomico con l'equinozio che quest'anno cade il 23 settembre, dopo una estate che è risultata a livello globale la più calda di sempre, con una temperatura media degli oceani e della terraferma superiore di 0,71 gradi centigradi alla media del ventesimo secolo". E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti che si è mobilitata per le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, sulla base dei dati catalogati nell'archivio del National Climatic Data Centre (NOAAS) dal 1880. "E' stato così battuto -sottolinea la Coldiretti- il precedente record che risale all'estate del 1998 e si conferma la tendenza al surriscaldamento del pianeta che ha avuto una forte accelerazione negli ultimi decenni. In Italia la situazione quest'anno -continua la Coldiretti- è stata diversa con l'estate 2014 che è risultata solo al 38esimo posto tra le più calde dal 1800 con appena 0,3 gradi in piu' rispetto alla media del periodo di riferimento 1970-2000 dell'Isac-Cnr". "Ma gli effetti dei cambiamenti climatici -precisa la Coldiretti- si sono manifestati con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, con vere e proprie bombe d'acqua e l'aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti. Nel lungo periodo sono numerosi gli effetti dei cambiamenti climatici sull'agroalimentare nazionale". "Secondo una analisi della Coldiretti il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma si è verificato nel tempo -secondo la Coldiretti- anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici". "Il riscaldamento provoca infatti anche -precisa la Coldiretti- il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto -conclude la Coldiretti- mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani".