sostenibilita
Lo scioglimento dei ghiacci è colpa del riscaldamento atmosferico
Roma, 12 set. - (AdnKronos) - La disgregazione della piattaforma di ghiaccio di Larsen, un'enorme lastra delle dimensioni della regione della Valle d'Aosta situata sulla costa orientale della Penisola Antartica, che si è verificata nel 2002 con una perdita di circa 3.250 kmq di ghiaccio, è il risultato dell'aumento della temperatura atmosferica piuttosto che del rapido cambiamento della struttura del ghiacciaio e delle variazioni di temperatura degli oceani. Lo ha stabilito uno studio pubblicato oggi su Science, rivista scientifica pubblicata dall'American Association for the Advancement of Science, frutto del lavoro di un team internazionale di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Italia, Portogallo, Germania, Canada e Regno Unito, cui hanno collaborato gli scienziati italiani Michele Rebesco e Fabrizio Zgur, ricercatori all'Ogs, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste. Lo studio dimostra che le piattaforme di ghiaccio possono cambiare in periodi brevi e che il riscaldamento della superficie dei ghiacci, generato da quello dell'atmosfera, è la causa scatenante dello sviluppo di pozze di fusione e crepacci che permettono all'acqua degli oceani di infiltrarsi nei ghiacci e di provocare scioglimenti di grandi proporzioni.* La ricerca ha importanti implicazioni per capire come sono ora e come si evolveranno l'ambiente e il clima. Lo studio della dinamica di modifica delle piattaforme di ghiaccio è infatti fondamentale nella comprensione di come i vasti strati di ghiaccio dell'Antartide si comporteranno, in conseguenza dell'aumento della temperatura globale del nostro pianeta. Se le piattaforme di ghiaccio antartiche dovessero sciogliersi completamente in mare, il livello globale degli oceani aumenterebbe di circa 60 metri. Altri ricercatori in precedenza hanno segnalato che questo collasso potrebbe essere già iniziato in un'altra parte dell'Antartide e che possa avvenire solo nell'arco di secoli. Ma, suggerisce lo studio, la potenziale risposta delle calotte glaciali all'aumento di temperatura potrebbe essere più veloce. I meccanismi riconosciuti come causa della destabilizzazione e riduzione delle calotte di ghiaccio e il conseguente innalzamento del livello del mare sono due: correnti oceaniche calde sciolgono dal basso il fondo delle piattaforme di ghiaccio nel punto dove il ghiaccio e i fondali si incontrano; il riscaldamento della superficie dei ghiacci e la conseguente instabilità delle piattaforme di ghiaccio porta ai crolli catastrofici. E si riteneva che entrambi i fenomeni avessero contributo al distacco di Larsen.* Lo studio sulla piattaforma di ghiaccio di Larsen (nota anche come Lis-B) ha analizzato i sedimenti prelevati al di sotto delle linee di distacco dimostrando come ben poco sia cambiato sul fondo del mare dalla fine dell'ultima era glaciale e che la perdita di contatto del ghiaccio con il fondo in questo sito risale circa 12.000 anni fa. Ciò significa che il recente e rapido crollo della Lis-B è stato probabilmente dovuto a un clima più caldo e al conseguente riscaldamento della superficie del ghiaccio piuttosto che instabilità della linea di distacco e assotigliamento della piattaforma. La ricerca sarà illustrata da Michele Rebesco, ricercatore Ogs - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale nell'ambito dell'incontro "Energia nelle Aree Polari", il 27 settembre al Magazzino delle Idee di Trieste, inserito nel programma di Trieste Next, terza edizione del Salone Europeo della Ricerca Scientifica (Trieste, 26-28 settembre )