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Su 300 porti turistici in Italia solo 30 sono attrezzati per la raccolta dell'olio usato

(AdnKronos) - In Italia sugli oltre 200 porti turistici italiani, solo una trentina ad oggi sono attrezzati per la raccolta dell'olio lubrificante usato con apposita 'isola portuale', e tutti gli altri restano scoperti. Grave la situazione nel Lazio dove di porti attrezzati non ne rimane neanche uno. "Ce n'erano tre fino a qualche anno fa, l'isola portuale di Sperlonga ha resistito fino all'anno scorso ma poi ha chiuso perché il gestore non è riuscito a portare avanti l'attività soffrendo una condizione di isolamento da parte delle autorità", dice all'Adnkronos Antonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del Coou, il Consorzio obbligatorio degli oli usati che da 30 anni raccoglie questo rifiuto pericoloso e lo indirizza alla rigenerazione. Un problema da non sottovalutare se si calcola che un motore piccolo da 25 cavalli può contenere 4 kg di olio usato che, se buttato in mare, riveste una superficie di 5mila mq impedendo l'ossigenazione dell'acqua. A questo si deve aggiungere che l'olio lubrificante usato è scarsamente biodegradabile. Sarebbe quindi necessario che ogni porto fosse attrezzato per la sua raccolta scongiurando così il rischio di sversamento. "In passato abbiamo portato avanti campagne per attrezzare i porti offrendo anche le strutture di raccolta alle autorità portuali e alle capitanerie di porto - spiega Mastrostefano - naturalmente l'autorità portuale si deve far carico di indire una gara per l'appalto a gestori di questo tipo di attività, gare che spesso vanno deserte". Dal punto di vista delle tutela ambientale, dunque, "uno dei punti di debolezza delle coste italiane sono i porti turistici - spiega Mastrostefano - i diportisti si trovano a dover gestire dei rifiuti, anche rifiuti pericolosi come gli oli lubrificanti usati che cambiano sul motore della propria barca, che non sanno a chi dare. Erroneamente, c'è chi pensa che l'olio usato si possa portare a una qualsiasi officina nei pressi del porto, ma questo non si può fare, non è legale. L'officina non può raccogliere l'olio che non proviene dalla propria attvità. Succede così che il diportista non trovi altra soluzione che buttarlo a mare". Mare che diventa ricettacolo di tutti i rifiuti, soprattutto quelli liquidi e pericolosi come l'olio lubrificante usato intercettato dal consorzio per il 97% "ma il 3% che manca ha un potenziale inquinante notevolissimo: stiamo parlando di circa 8mila tonnellate sul territorio nazionale che possono inquinare una superficie di circa 12mila kmq, 50 volte il lago di Garda. Per questo stiamo indirizzando i nostri sforzi a recuperare questa quantità marginale e l'alleanza del consorzio con Legambiente in particolare in occasione di progetti come Goletta Verde vuole sancire proprio questa nostra intenzione".