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Sindacati edili, nel mondo ogni anno 1,3 mln morti sul lavoro
Roma, 28 apr. (Labitalia) - "Conta fino a 24: in questo brevissimo tempo nel mondo è morto un lavoratore per una malattia professionale o un incidente sul lavoro, e ben 300 persone sono rimaste coinvolte in un incidente sul lavoro". Con questo impressionante invito si aprono i dati diffusi oggi dai sindacati del lavoratori delle costruzioni, in occasione dello sciopero dei lapidei e della manifestazione a piazza Montecitorio, organizzati in concomitanza con la Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro. "In totale ogni anno -elencano i sindacati- si registrano 1 milione e 300 mila decessi sul lavoro; i casi di malattie professionali sono circa 160 milioni l’anno, gli incidenti sul lavoro non mortali sono oltre 300 milioni. Uno dei settori più colpiti resta l’edilizia, nel quale si verifica circa il 23% del totale degli incidenti. La prima causa di morte nei cantieri resta la caduta dall’alto", ricordano Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl. In Italia, nel 2015, riportano i sindacati edili, sono morti 678 lavoratori, dei quali 156 in edilizia (il 23%). "Sono aumentate drammaticamente le denunce di malattie professionali: nel 2014 sono state 57.400, quasi 6 mila in più dell’anno precedente, con un incremento rispetto al 2010 del 33%. Nel 2016, ad oggi, i morti nelle costruzioni sono 37: di questi il 32% sono tra i 55 e i 64 anni, quasi l’11% tra i 65 e i 74 anni. Un morto ogni 3 giorni". Oltre al dramma, spiegano Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl, il fenomeno comporta anche un costo sociale diretto e indiretto insostenibile, pari ad oltre 50 miliardi di euro (il valore calcolato a livello mondiale, invece, è di circa 3.000 miliardi di euro, vale a dire il 4% del Pil). "La crisi ha favorito la crescita del lavoro nero -osservano i sindacati- e irregolare, e ha facilitato le infiltrazioni delle mafie nel settore. Inoltre, mai come nei momenti di crisi la sicurezza nei cantieri è messa a rischio dal comportamento irresponsabile di molti imprenditori edili, che cercano di risparmiare togliendo risorse alla voce sicurezza". Dai sindacati arrivano dunque delle proposte: "Rafforzare i controlli e le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro, completare quanto previsto dal decreto legislativo 81/2008 con la costituzione della patente a punti, strumento importante per la selezione e il sistema di qualificazione delle imprese, definire norme premiali - sia in termini di riduzione dei costi, sia in termini di vantaggi competitivi in fase di gara, soprattutto per lavori pubblici - per quelle imprese che dimostrino di essere regolari e sicure e adottino il sistema dell’asseverazione previsto dall’intesa e dalla normativa Uni-Inail-Cncpt, ripristinare il Durc nella sua originaria formulazione, passando in tempi brevi alla certificazione della congruità". Non solo. Occorre "cambiare la legge Fornero sull’età pensionabile -chiedono le sigle sindacali- prevedendo l’uscita flessibile senza penalizzazioni per gli edili". Occorre anche "contrastare il lavoro irregolare e nero, causa di molti incidenti e di mancata applicazione delle regole su salute e sicurezza, applicare il contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare uguali prestazioni e uguali diritti, realizzare una più stringente collaborazione con la bilateralità edile a dimostrazione dell’importante impegno che è attribuito anche dagli operatori della vigilanza nei confronti degli enti sul fronte formazione e sorveglianza tecnica in cantiere", concludono.