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Filca Cisl Lazio: Fabio Turco segretario generale

Roma, 13 apr. (Labitalia) - Fabio Turco è stato eletto nuovo segretario generale della Filca Cisl del Lazio. Succede a Stefano Macale, alla guida del sindacato dal 2010. La nuova segreteria è inoltre composta da Marco Federiconi, segretario generale della Filca Cisl di Roma, e da Francesco Rossi, segretario generale della Filca Cisl Lazio Sud (Latina e Frosinone). Turco, 44 anni, lascia la Filca viterbese dopo 21 anni di attività sindacale. Entrato nella Filca nel 1992, inizia la sua attività prima nella Filca di Roma e, dal marzo del 1993, con la Filca viterbese, dove diventa segretario generale nel luglio del 2004. Nel 2013, dopo gli accorpamenti delle federazioni, ha ricoperto l'incarico come segretario generale della Filca Cisl Lazio Nord (Viterbo - Rieti). Negli anni di attività ha ricoperto incarichi negli enti paritetici con la carica di vicepresidente della cassa edile di Viterbo, vicepresidente nella scuola edile e presidente dell'associazione dei rappresentanti della sicurezza territoriali del settore delle costruzioni. "Come Filca Cisl del Lazio -dichiara Turco- da anni chiediamo alle amministrazioni di sedersi al tavolo con noi per risolvere i problemi: ma spesso da loro non abbiamo avuto risposte mentre i lavoratori dell’edilizia chiedono di cambiare passo. Nella maggior parte dei cantieri non si paga lo stipendio da mesi e la legge Fornero impedisce agli edili di andare in pensione e li fanno lavorare a 67 anni tra i cantieri. Tutto questo è inaccettabile in una regione che avrebbe invece la necessità di essere ricostruita a partire dalla messa in sicurezza degli edifici scolastici, alla riqualificazione delle periferie, alla sistemazione del manto stradale". "Dall’inizio della crisi, dal 2008 -continua Turco- abbiamo avuto il 60% in meno degli investimenti sia da parte pubblica che da parte privata e si è persa una massa salari di 300 milioni. Diversi imprenditori inducono i propri dipendenti ad aprire la partita Iva per eludere i costi del lavoro subordinato e evadere le più elementari norme di sicurezza, contributi previdenziali e fisco. Questi dati ci raccontano di un settore che sta scomparendo ma che deve ripartire". "Crediamo che l’edilizia -insiste Turco- rappresenti tuttora il volano dell’economia e bisogna ripartire dalla buona edilizia, in primo luogo dalle opere per la messa in sicurezza del territorio e la prevenzione dei dissesti idrogeologici. Oggi più che mai è importante inoltre avviare le opere già cantierabili. Nel contempo, è necessario rivedere le regole di aggiudicazione degli appalti, sia pubblici che privati. Occorre eliminare il criterio del massimo ribasso e introdurre il criterio di congruità. Inoltre, occorre introdurre la patente a punti per le imprese e creare una white-list per evitare che le imprese regolari subiscano la concorrenza delle imprese che evadono qualsiasi contributo fiscale e previdenziale". E durante il Consiglio generale sono stati diffusi i numeri della crisi del settore edile del Lazio. A Viterbo è scomparso il 50% delle imprese (da 1.296 a 759) e il numero degli addetti è sceso da 5.300 a 2.300, a Frosinone 7.750 i posti in meno (da 13.691 a 5.941), 500 solamente nel 2015, 914 le aziende che hanno chiuso (da 2251 a 1337). A Rieti 1.000 posti in meno, con 220 aziende che hanno chiuso, a Latina nell’ultimo biennio hanno perso il posto di lavoro 1.197 operai e hanno chiuso 178 imprese, cinque anni fa gli addetti erano 12mila oggi meno di seimila, a Roma circa 30mila operai hanno perso il posto e 3mila aziende hanno chiuso i battenti.