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Confsal Salfi, no a valutazione performance addetti agenzie fiscali 'dall'alto'
Roma, 18 feb. (Labitalia) - "In mancanza di un rinnovo contrattuale, nonché di un nuovo contratto integrativo, che sappiano cogliere le nuove dinamiche lavorative, e considerata la consistente riduzione di risorse finanziarie utili allo scopo, appare un esercizio sterile quello di imporre sistemi di valutazione calati dall’alto". E' il giudizio formulato da Sebastiano Callipo, segretario generale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, esprimendo la sua contrarietà al dpcm sul sistema di misurazione e valutazione della performance per quanto riguarda il comparto delle agenzie fiscali, in occasione di un incontro al ministero dell’Economia e delle Finanze. Un provvedimento, avverte, che "produrrà più danni dei benefici che intenderebbe procurare alla trasparenza, alla modernizzazione e alla gestione delle risorse umane negli anni a venire". Callipo ricorda, infatti, che "la valutazione è un potente strumento gestionale e, come tale, non può essere lasciato alla totale discrezionalità della parte datoriale, da qui la necessità di una ri-espansione del sistema delle relazioni sindacali". "Non può non evidenziarsi - sottolinea - che una significativa autonomia gestionale e organizzativa debbano passare attraverso sistemi di valutazione e misurazione della performance del personale dirigente e delle aree professionali elaborati ad hoc, in grado di cogliere proprio quegli aspetti di autonomia e specificità". "Non è solo la storia recente che conforta tali conclusioni - sottolinea il segretario generale del Confsal Salfi - ma soprattutto la grave e pesante criticità in cui versa da troppi anni il personale non dirigente, destinatario ancora una volta di un’ulteriore prova di efficienza, a cura di una classe dirigente, essa in primis delegittimata e precarizzata da un invasivo rapporto fiduciario politico e dall’assenza di stima da parte dei destinatari del richiamato sistema di valutazione". "Senza contratto da sei anni, il salario accessorio, che dovrebbe essere ben governato dal presente sistema di valutazione, svolge, ancorché in ritardo, una funzione indennitaria, ovvero integrativa del salario tabellare, anziché quella di 'ricompensa' per la performance dimostrata nelle attività produttive", precisa. "Se i risultati sono brillanti da diversi anni, come certificato omnibus, e se i medesimi non sono ascrivibili al solo lavoro di singole unità, ne discende, per dovere di coerenza, che esiste una diffusa competenza professionale e performance produttiva collettiva, che andrebbero solo certificate, pagate e quindi premiate e non certo inquisite con sistemi di valutazione che avevano e hanno una paternità e una finalità estranee all’eccellenza del sistema agenziale", conclude Callipo.