Risate
Marco Travaglio, il delirio sui sondaggi che incoronano la Lega: "Ecco perché il M5s scende"
Ogni giorno la difesa dei grillini prodotta (senza soluzione di continuità) da Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, house-organ del M5s, si fa più avventurosa e spassosa. Una clamorosa arrampicata sugli specchi, insomma. E oggi, il capo-ultrà grillino ha speso l'inchiostro della sua penna per commentare i sondaggi che danno in vorticosa ascesa la Lega di Matteo Salvini (per Nando Pagnoncelli è sopra al 36%). Ma a Travaglio l'evidenza delle cifre non basta. Così riprende in pompa magna quanto messo in evidenza dallo stesso Pagnoncelli, ossia che il 36% del campione intervistato si dice indeciso su chi votare. Certo, la quota è enorme. Ma il direttore decide che la spartizione di questo 36% andrà a sfavore della Lega. E lo giustifica spiegando che il Carroccio è meno colpito del M5s dall'indecisione "perché è un partito monolitico-leninista, verticale e verticistico, senza mai l'ombra di un dissenso interno". E vabbè... Leggi anche: Travaglio, delirio grillino: il titolo su Salvini che fa ridere tutta Italia Finita? Neppure per idea. Perché il super-grillino Travaglio fornisce anche giustificazioni, ovviamente tutte sue, per spiegare come sia possibile che i pentastellati, settimana dopo settimana, perdano consensi e siano sempre più staccati rispetto a Salvini e la Lega. Al netto della solita sparata sulla "grande stampa" che sarebbe tutta contro i grillini ed eccetera eccetera, aggiunge: "Il M5s, proprio perché legifera e si schiera di più scontenta gli elettori". E qui siamo al capolavoro, per due ragioni. La prima: si dà per scontato che Salvini e la Lega si "schierino" meno del M5s, il che non è chiaro cosa significhi ma appare palesemente falso: le prese si posizione del Carroccio - se questo si intende - sono nette, anche più nette di quelle degli sgangherati pentastellati. Ma la seconda ragione avanzata nel "capolavoro" di Travaglio è la più spettacolare: il M5s, secondo lui, cala perché fa le leggi. Tipo il reddito di cittadinanza (che "piace a chi spera di riceverlo, ma non piace a chi dovrà finanziarlo") e le manette agli evasori, "che spaventano chi evade", sottolinea Marco Manetta. Eh già: i grillini calano perché fanno le leggi mentre Salvini, testuali parole, "non fa nulla ma promette tutto". Prese di posizione che si commentano da sole, quelle su Salvini. Necessario, al contrario, un commento sull'adesione fideistica di Travaglio all'operato dei grillini: il dubbio che le loro leggi siano delle schifezze non gli viene neppure. La possibilità che il consenso cali per il contenuto delle leggi e non per il fatto che le facciano non lo sfiora nemmeno. Tutto normale, per il leader in pectore del partito politico che esprime Luigi Di Maio come leader ufficiale...