Durissimo

Vittorio Feltri: per ora soltanto briciole d'autonomia, ma la macchina si è messa in moto

Andrea Tempestini

Arrivano le prime briciole di autonomia per il Veneto, la Lombardia (e l’Emilia Romagna). Poca roba, una specie di premio consolatorio, ma sempre meglio di zero. In ottobre le due grandi regioni del Nord sono andate a referendum su un tema per esse vitale: conquistarsi il diritto di amministrare una buona fetta degli introiti fiscali, oggi fagocitati dallo Stato centrale e sprecati per finanziare il Mezzogiorno, che peraltro non si è giovato di opere infrastrutturali necessarie al rilancio delle economie locali. A distanza di quattro mesi dalla imponente consultazione popolare, il governicchio romano si è deciso ad esaminare la questione. Era ora. E pur con uno sforzo inferiore alle attese settentrionali, ha patteggiato con Zaia e l’uscente Maroni la nuova regolamentazione su 5 delle 23 materie oggetto di trattative. Meno del 25 per cento. Leggi anche: Feltri, cannonata a Repubblica: "Priva di argomenti, e così..." Vabbè, per cominciare e autorizzare un po’ di ottimismo può bastare, sperando che il prossimo esecutivo - ammesso e non concesso che nasca - continui il cammino intrapreso e conduca a conclusione la pratica avviata grazie al plebiscito. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono locomotive che trainano da sempre il Paese; le loro risorse immense però vengono utilizzate non per il benessere degli abitanti: finiscono in massima parte nei ministeri bravi a scialacquarle allo scopo di accontentare una massa di manutengoli, finti invalidi, addetti a lavori socialmente utili (anzi inutili), forestali che se ne guardano dal sorvegliare le foreste, vari nullafacenti, burocrati di ogni specie, lazzaroni generici, mafiosi e corrotti incalliti. Ebbene le regioni citate, le più produttive, sono saccheggiate sistematicamente poiché il meccanismo tributario è tale per cui le tasse ingenti versate dai residenti non rimangono a disposizione del territorio, ma confluiscono per decreto a Roma mangiona. In pratica lombardi, veneti ed emiliani sgobbano non solo per sé, ma anche e soprattutto per sostenere i poveracci della Terronia. Ovvio che una Nazione pratichi i principi della solidarietà. Alla quale però c’è un limite, purtroppo ampiamente superato. Serve un freno alla dissipazione della ricchezza accumulata dai nordisti, che giustamente reclamano la possibilità di trattenere per se stessi una fetta più cospicua dei ricavi erariali prelevati dalle loro tasche. Non riconoscere la legittimità delle suddette pretese significa compiere un atto proditorio nei confronti dei cittadini impegnati al massimo per tenere a galla la nazione. Per adesso i settori riesaminati sono i seguenti: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela ambientale e rapporti con l’Unione europea. Faccende marginali sotto il profilo dei quattrini. Aspettiamo il resto: compartecipazione al gettito delle imposte, i cosiddetti costi standard e tutto ciò che riguarda le palanche, per essere chiari. L’importante è che la macchina dell’autonomia si sia mossa. Purché arrivi presto a destinazione. Altrimenti il Nord reagirà male. di Vittorio Feltri