Sorprese

Travaglio choc: Berlusconi è meglio di Renzi

Alessandra Menzani

"Per certi versi è meglio, per altri è addirittura peggio". E' quello che pensa Marco Travaglio di Matteo Renzi in rapporto a Silvio Berlusconi. Lo scrive nell'editoriale di oggi del Fatto Quotidiano dal titolo "Il Pontassieve". "È meglio perché gli mancano la P2, la mafia, le mazzette e le mignotte", premette Travaglio. Che poi elenca una lista di "contro" piuttosto consistente. "È peggio perché B. almeno andava al governo dopo aver vinto le elezioni: Renzi mai. B. non destituì mai un sindaco perché non gli andava a genio: Renzi l' ha fatto a Roma, cacciando il sindaco eletto dal popolo per sostituirlo con un Dream Team non eletto da nessuno, ma nominato da lui che non ha eletto nessuno. Ma soprattutto: B. aveva sempre un piede in galera, dunque le porcate le faceva per costrizione e per disperazione: Renzi invece le fa per convinzione. Per B. le leggi vergogna erano un dovere: per Renzi sono un piacere". Ma non finisce qui. Tra le azioni che secondo Travaglio rendono il governo di Matteo Renzi peggiore di quello del Cavaliere ci sono anche "la devastazione autoritaria della Costituzione, il super condono che manda al macero 10 mila processi per evasione fiscale, la soglia del contante a 3 mila euro, l' occupazione militare della Rai, la responsabilità civile dei giudici, il disprezzo per i sindacati, l' attacco ai talk che osano criticarlo, la cancellazione dell' articolo 18, la legge elettorale per nominare i parlamentari anziché eleggerli, la tassa sulla casa tolta anche ai ricchi, il doppio gioco su diritti e unioni civili, l' amore per Alfano e Verdini, ora pure il Ponte (che, come ha scritto qualcuno, serve a collegare Al fano al Pd)". Scherza Travaglio, ma neppure troppo: "Renzi non ha ancora detto che Mangano era un eroe, ma solo perché non sa chi sia". A differenza di Berlusconi, aggiunge Travaglio, Renzi non ha creato un movimento di protesta degli intellettuali, dei giornalisti o un movimento civile. Che, anzi, fanno a gara per lodarlo. Vedi il caso recente del Ponte sullo Stretto.