La verità

Sandro Mazzola ammette: "Mio fratello Ferruccio aveva ragione: nell'Inter ci davano le amfetamine"

Federica Scano

Dopo Beppe Bergomi anche Sandro Mazzola rivela particolari inquietanti sui tempi in cui vestiva la maglia dell'Inter. Intervistato da Walter Veltroni per Il Corriere dello Sport, l'ex calciatore neroazzuro a due anni dalla morte del fratello Ferruccio ammette strani giri di sostanze negli spogliatoi. Tempo fa Ferruccio aveva denunciato attraverso il suo libro Il terzo incomodo: "Ho visto Herrera dare pasticche da mettere sotto la lingua". Ma quelle dichiarazioni sulla loro Inter e sull'allenatore Helenio Herrera avevano indignato Sandro a tal punto che aveva deciso di non rivolgere più la parola al fratello. Adesso però Sandro cambia versione e ammette: "Le cose sono vere. Io ad un certo punto cominciai ad avere, in campo, dei fortissimi giramenti di testa". Un caffè da 'sballo' - La colpa sarebbe riconducibile ad un caffè corretto molto probabilmente con anfetamine per aumentare le prestazioni atletiche che il tecnico argentino distribuiva a titolari e riserve. "Prima della partita, ci davano sempre un caffè. Non so cosa ci fosse dentro. Ricordo che un mio compagno, Szymaniak, mi chiese se prendevo la simpamina. Io non sapevo cosa fosse ma qualcosa che non andava, qualcosa di strano, c'era. Andai dal medico che mi fece fare tutte le analisi e mi disse che dovevo fermarmi, che avevo problemi grossi. Mi disse che dovevo stare fuori almeno sei mesi. Ma questo Herrera non lo voleva", racconta Sandro.