Touche

Silvio Berlusconi parla con "Il Fatto Quotidiano": così massacra il giornale di Marco Travaglio

Andrea Tempestini

Incredibile ma vero, Silvio Berlusconi intervistato sulle colonne del Fatto Quotidiano. Qualche frase, un fugace scambio di battute riportato da Carlo Tecce, che ha intercettato il Cavaliere al Quirinale, nel giorno del giuramento di Sergio Mattarella. L'articolo è velenoso. Si scrive che "Berlusconi ha un attimo di esitazione, bere o non bere? Forse un goccio lo butta giù, perché poi sarà incontenibile". E dunque si dà conto della battuta su Rosy Bindi e delle freddure scambiate col premier, Matteo Renzi. Dal Fatto il leader di Forza Italia viene descritto così: "Vaga per la stanza, con gli occhi semisbarrati, un ghigno strutturale, già in posa per una fotografia che nessuno reclama". Veleno gratuito, insomma. Colpiti e affondati - Ma nel rapido scambio di battute Berlusconi ha la sua netta rivincita. Si parla di Sergio Mattarella, si parla della forzatura di Renzi per farlo eleggere, si parla delle beghe di partito. Ma poi prende la parola il Cav, che punta l'indice: "Io stamattina vi pensavo - spiega -. Il Fatto Quotidiano, sì, io stamattina vi pensavo". E a cosa pensava? "Vi devo mandare un documento. Ho iniziato a studiare durante il viaggio in aereo". E che cosa ha scoperto? "Mi sono riletto la sentenza di condanna per Mediaset e mi sono appuntato 35 nefandezze". Con il supporto dei suoi avvocati? "No, non c'entrano. Sarà un'opera di Silvio Berlusconi. Appena pronta, ve la spedisco". Touche. E infine, una richiesta: "Mi fate una cortesia? Mi chiedo: perché mi chiamate ex Cavaliere? Non va bene chiamarmi Berlusconi? O Silvio? O persino B.? Io sono un Cavaliere, e presto vedrete il mio ritorno", conclude.