Rampollo nel mirino

Lapo Elkann, dalle ultime indagini spunta un altro ricatto: ecco quali foto erano state "ritirate"

Andrea Tempestini

Lapo Elkann al centro di una nuova controversa vicenda di fotografie, droga e ricatti: un caso per il quale martedì scorso è finito in carcere un milanese che avrebbe estorto 30mila euro al rampollo Agnelli, per poi alzare la posta e chiederne altri 90mila. Una vicenda che ha fatto saltare fuori una vecchia inchiesta, sempre per estorsione ai danni di Lapo, che risale al 2010 e che fu archiviata nonostante una testimonianza di Lapo stesso. Anche in quel caso si trattava di una richiesta di soldi per "oscurare" delle immagini compromettenti. Alla luce di quanto accaduto in settimana, dunque, la Procura avrebbe deciso di rimettere mano al vecchio caso. Dieci anni di ricatti - Per Elkann, insomma, il calvario dura da una decina d'anni, un lasso di tempo durante il quale molte persone gli hanno chiesto di mettere mano al portafogli pur di non divulgare scatti che avrebbero potuto compromettere la sua immagine. Il primo episodio, nonché il più noto, è quello che risale ad ottobre 2005, quando Lapo finì in coma dopo una notte di sesso e cocaina passata con il transessuale Patrizia. All'epoca Fabrizio Corona chiese ad Elkann 200mila euro per non pubblicare l'intervista al trans Patrizia, presente al festino. Ma non è tutto, perché nel 2010 lo stesso Corona dichiarò ad Oggi che Lapo, in altre occasioni e in circostanze simili, aveva pagato, eccome. Il precedente - In particolare avrebbe pagato in una circostanza, per ritirare foto scattate nel parco parigino del Bois de Boulogne mentre era in compagnia di transessuali. Su quelle foto, in quei giorni, lavorava anche il pm milanese Frank Di Maio, che aveva sostenuto in primo grado l'accusa contro Corona: il pm fu il primo ad ipotizzare il sistema di foto-ricatto messo in piedi da paparazzi ed agenzie fotografiche. Nel dettaglio Di Maio ipotizzò che Elkann avesse pagato la bellezza di 300mila euro per far sparire le foto francesi insieme ad altri scatti che lo ritraevano vicino alla sua Ferrari gialla parcheggiata a Milano sotto la casa di un altro trans. Quei due riferimenti... - Circostanze che ritornano oggi prepotentemente d'attualità. Infatti il paparazzo Francesco "Bicio" Pensa, al telefono con Enrico Bellavista, l'uomo finito in carcere per l'ultima estorsione, spiega a Bellavista stesso che 350mila euro "è il prezzo che (altri, ndr) hanno preso per le foto di Parigi". Una cifra, insomma, molto vicina ai 300mila euro ipotizzati da Di Maio. E quindi spunta un altro riferimento alla stessa vicenda, quando tal "Tonino" della Unopress (estraneo alle accuse) avrebbe spiegato a Bellavista, quando questo gli proponeva l'ultimo video, che Lapo "aveva pagato 350mila euro per ritirare foto compromettenti".