L'affondo

Aldro Grasso contro Sergio Cofferati: "Dal 2002 solo fallimenti, ora si candida in Liguria ma è una rosa diventata grattacu..."

Giulio Bucchi

La rosa sfiorita della sinistra torna in corsa. Sergio Cofferati, ex segretario della Cgil (quello dei tre milioni in piazza nel 2002 contro Silvio Berlusconi e l'abolizione dell'articolo 18), ex sindaco di Bologna assai deludente, ex pensionato di lusso all'Europarlamento col Pd, si candida a governatore della Liguria per il dopo-Burlando. E Aldo Grasso, sul Corriere della Sera, gli dedica qualche riga al veleno nella sua consueta rubrica Padiglione Italia. "La politica non chiude le porte a nessuno", esordisce sarcastico il critico televisivo di via Solferino prestato all'analisi politica, che poi snocciola i fallimenti del barbuto ex sindacalista. La sua pratica, abbozza Grasso, "era già stata inventariata" alla voce flop: dopo la prova muscolare al Circo Massimo del marzo 2002 "solo brutte figure". A Bologna "fu catapultato come sindaco e da marziano si fece la fama di sceriffo; una festa per i bolognesi quando alzò i tacchi". Quindi la fuga per una giovane genovese, "per curare l'innamoramento e l'amore". Quindi "ottimo stipendio di fine carriera" a Strasburgo. Perché l'addio alla politica annunciato dopo l'esperienza sotto le due Torri era una burla. E ora la Liguria, di nuovo. Occhio però, avverte Grasso: come dicono a Genova, no ghé bella reuza ch’a no divente ûn grattacû.