Il caso

Cécile Kyenge, se la insulti devi risarcire anche i partigiani

Andrea Tempestini

Attenzione ad attaccare Cécile Kyenge. In caso di condanna in tribunale, infatti, d’ora in poi si rischia di dover risarcire anche le associazioni, di sinistra, che dovessero costituirsi parte civile nel procedimento. Questo è quello che è accaduto a Paolo Serafini, 52 anni, consigliere circoscrizionale di Trento eletto con la Lega e poi passato al gruppo misto. Nel luglio del 2013, su Facebook, Serafini si espresse in questo modo nei confronti di Kyenge: «Prenda atto la ministra che ovunque si muove viene fischiata e insultata. Ci sarà un perché! Rassegni le dimissioni e se ne torni nella giungla dalla quale è uscita». A completare il quadro, un serie di foto di scimmie. Immediata la denuncia di un consigliere del Pd, con tanto di esposto in procura che ha dato il via a un processo che si è concluso lo scorso 15 maggio con la condanna di Serafini. Il giudice ha condannato l’ex leghista a 2.500 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Ma soprattutto anche a risarcire il danno morale, ecco la novità, in favore delle associazioni che si erano costituire parti civili: Arci e i partigiani dell’Anpi del Trentino, l’Associazione nazionale giuristi democratici, l’Associazione stati giuridici per l’immigrazione e l’Associazione trentina accoglienza stranieri. (T.M.)