Stranezze

Sesso ecologico, l'ultima frontiera ambientalista: questo condom? Addio: ecco come cambia

Maurizio Stefanini

Anche il sesso deve essere ecologicamente sostenibile. "La Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina", era uno slogan del fascismo. «Il riscaldamento globale si combatte anche usando preservativi biodegradabili, lubrificanti a base di acqua e vibratori a energia solare», è in pratica il suggerimento che dà la Bbc in concomitanza con la Cop26 di Glasgow. Perché ognuno possa fare la sua parte. Un problema generale è però, sempre, che magari sull'idea che bisogna fare qualcosa per l'ambiente c'è un accordo ampio. Ma su quali siano i mezzi migliori per ottenerlo, alla fine, no. Assieme dunque ai dilemmi se non sia il nucleare il modo migliore per tagliare le emissioni, o l'olio di palma quello con minor impatto ecologico, o l'auto elettrica la meno inquinante a parità di matrice energetica, o le proteine alla soia effettivamente meno causa di deforestazione della carne, c'è quello sul controllo demografico.

 

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Da una parte, limitare la crescita della popolazione è indicato come essenziale, per far calare la pressione dell'umanità sulle risorse del pianeta. Per ottenere ciò il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) propaganda un sempre più massiccio uso dei preservativi. La stessa Unfpa però stima i preservativi in lattice che ogni anno finiscono in discarica con il loro annesso di additivi e prodotti chimici in almeno 10 miliardi. E questi 10 miliardi di anticoncezionali non riciclabili e non biodegradabili rappresentano una fonte di inquinamento tremenda. L'alternativa sarebbe dunque nei preservativi in pelle di agnello, che in realtà sono fatti a partire dall'intestino delle pecore. La Bbc ricorda che sono «usati fin dall'epoca romana» e che «sono l'unica opzione completamente biodegradabile», però avverte: prevengono le gravidanze, «ma non prevengono le infezioni a trasmissione sessuale».

Inoltre la loro origine è roba da far inorridire vegetariani e vegani, e si interseca col problema delle emissioni di carbonio dagli allevamenti. Insomma, ammette la prestigiosa tesatata, sul fronte dei preservativi, per ridurre la nostra impronta individuale di carbonio come fai, fai male. Alla fine il consiglio è: meglio usare preservativi inquinanti che non usarne. Di più si può fare sul fronte dei lubrificanti. Quelli tradizionali, a base di petrolio, sono altamente inquinanti. Però ve ne sono disponibili sul mercato sempre di più a base di acqua o biologici. Se poi vogliamo tornare alla stessa epoca romana dei preservativi di agnello, allora si usava molto l'olio di oliva, che però dato il prezzo forse è meglio riservare per le insalate.

 

 

La Bbc segnala una dottoressa Tessa Commers che a un milione di suoi followers riserva video sulla salute sessuale sostenibile. Il più visualizzato, oltre 8 milioni di volte, riguarda una ricetta per un lubrificante fatto in casa a base di amido di mais e acqua. Con un pubblico italiano è forse il caso di ripetere: amido di mais. Non farina per polenta, che viene un'altra cosa. Il problema è però che poi molti di questi prodotti biologici non possono essere utilizzati con la maggior parte dei preservativi, perché tendono a rompersi. Altra area in cui si può ridurre l'impatto della vita sessuale sulla produzione di gas serra, i sex toys. L'imperativo qua sarebbe di preferire l'acciaio e il vetro alla plastica. Meglio ancora se l'aggeggio funziona a energia solare.

 

 

Ma poi «ci sono altri aspetti meno ovvi della nostra vita sessuale in cui è possibile apportare modifiche per ridurre gli sprechi: acquistare biancheria intima e abbigliamento realizzati in modo sostenibile, evitare il sesso sotto la doccia, usare meno acqua calda, tenere le luci spente e optare per assorbenti femminili riutilizzabili sono modi per ridurre il nostro impatto sul pianeta». Ma soprattutto, bisogna controllare il tipo di imballaggio che il preservativo, pillola anticoncezionale, lubrificante, sex toy, biancheria, assorbente etc utilizza.