Il siero
AstraZeneca e trombosi, "attenzione al gonfiore di braccia e gambe": l'esperto, quali sono i campanelli d'allarme
Anche se rari l’agenzia europea per i farmaci ha definito come "possibili" i legami tra trombosi e il vaccino di AstraZeneca. L'antidoto contro il coronavirus è stato sì giudicato sicuro, con i benefici che superano i rischi, ma non bisogna dimenticare di prestare attenzione ad alcuni sintomi e segnali comuni. Tra questi - spiega al Corriere della Sera Sergio Siragusa, ematologo vicepresidente della Società Italiana di Ematologia - "gonfiore a un braccio o a una gamba, dolore addominale che non si risolve, cefalea che non passa, difficoltà a respirare o dolore toracico che non si risolve rapidamente, tachicardia o emorragie e lividi". Purché si tratta di soggetti giovani. In caso contrario gli effetti precedentemente elencati "potrebbero essere associati ad altro. In un paziente che sta bene e non ha nessuna malattia, la presenza di questi segni è invece importante".
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A prescindere dall'età è comunque bene controllarsi nel periodo più critico, quello che Siragusa fa coincidere con la prima, seconda e addirittura terza settimana dopo la somministrazione. Nel caso ci si accorgesse di qualcosa, il consiglio rimane sempre valido: "Bisogna rivolgersi al medico di base per eventualmente farsi prescrivere un emocromo: siccome stiamo cercando le trombosi rare che sono soggette a piastrinopenia, questo è un primo screening". Altri esami infatti potrebbero confondere.
Il meccanismo è simile a quello di un raro effetto collaterale del fluidificante del sangue eparina chiamato "trombocitopenia indotta da eparina", o nella sua abbreviazione, "Hit". Quest'ultimo se riconosciuto in tempo, può essere trattato con immunoglobuline e alcuni fluidificanti del sangue (senza eparina) che possono aiutare a sciogliere i coaguli. Intanto il governo italiano ha deciso di proseguire con le somministrazione del vaccino per gli over 60 "nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa". Di più, in queste circostanze il vaccino potrebbe avere un "effetto protettivo".