Natale a tavola
Panettone, sfida all'ultimo sconto: la tabella con tutte le offerte nei supemercati
La leggenda vuole che l’antenato del panettone sia stato inventato la vigilia di Natale del 1495, quando il maestro di cucina di Ludovico il Moro bruciò un sontuoso dessert destinato al duca e alla corte. In cucina scoppiò il panico, ma in pieno finimondo Toni, un giovane sguattero, si fece avanti con una proposta coraggiosa: nei giorni precedenti aveva preparato un dolce casereccio con un impasto a base di farina, utilizzando gli ingredienti più pregiati che era riuscito a mettere da parte: burro freschissimo, uova, scorza di cedro candita e uvetta sultanina.
Toni - questo riferisce la leggenda- aveva fatto lievitare l’impasto più volte, ottenendo un pane dolce dalla consistenza particolarmente soffice. Il capo cuoco, non avendo alternative, decise di servire questo dolce agli ospiti. Il successo fu straordinario: gli Sforza e gli altri commensali rimasero entusiasti del sapore delicato e della consistenza soffice del dolce. Quando gli ospiti chiesero il nome di quella delizia, il capo cuoco, non sapendo cosa dire, rispose che era il “Pan del Toni”, il pane di Toni. Da quella sera, il dolce divenne famoso in tutta Milano come “Pan de Toni”, nome che col tempo si sarebbe trasformato in “panettone”.
Leggende a parte, il mercato del dolce natalizio per eccellenza è diventato gigantesco ed è guidato, oramai, da infinite variazioni sul tema originale. I panettoni tradizionali, fatti con la ricetta tramandata da generazioni di pasticceri sono oramai una esigua minoranza. E pure il disciplinare di produzione del panettone, istituito dall’allora Ministero delle Attività produttive con decreto del 22 luglio 2005, prevede che sia «facoltà del produttore aggiungere al panettone, al pandoro e alla colomba: farciture, bagne, coperture, glassature, decorazioni e frutta, nonché altri ingredienti caratterizzanti, ad eccezione di altri grassi diversi dal burro. Il prodotto così finito deve contenere almeno il 50% dell'impasto base, calcolato sul peso del prodotto finito».
Panettone, tutte le offerte nei supermercati: scarica qui la tabella in pdf
Il risultato è quello visibile nella tabella pubblicata in queste pagine, frutto di un censimento che ho compiuto venerdì 29 novembre nei dieci punti vendita delle catene della distribuzione che operano a Voghera e nel Vogherese. Indossando i panni del “Casalingo di Voghera” ho visitato Grande i di Montebello della Battaglia, Galassia di Casei Gerola, In’s Mercato di Rivanazzano Terme e a Voghera città Esselunga, Coop, Lidl, Md, Eurospin, Penny Market e Gulliver. Ho censito ogni panettone fra quelli in vendita per marca, denominazione, caratteristiche distintive (gli ingredienti aggiuntivi previsti dal disciplinare), peso della confezione, prezzo di vendita e costo al chilogrammo.
Nella tabella le referenze censite sono ordinate in base al prezzo, dal panettone più caro al panettone meno caro. Con una precisazione: i prezzi rilevati dal Casalingo di Voghera valgono per l’area in cui è avvenuto il censimento. Non è detto che la stessa insegna, in un luogo diverso, pratichi gli stessi prezzi. Ed è sicuro che nei medesimi punti vendita, a distanza di tempo, i prezzi possano subire variazioni anche importanti.
Fatte queste doverose precisazioni, i tre panettoni più costosi sono, nell’ordine: Pizzaut in vendita alla Coop di Voghera, nella confezione di latta che viene 24 euro al chilo; il “Re Noir” al cioccolato extrafondente delle Tre Marie che ho trovato al Gulliver, sempre a Voghera (19,44 euro al chilo) e il Viaggiator Goloso alle scorze di arance e cedro canditi che ho trovato alla Grande idi Montebello (18,90 euro). Le tre referenze meno costose sono il panettone ricetta classica Balocco, venduto alla Grande i a 0,99 centesimi nella confezione da 1 chilogrammo, con lo sconto dell’88%, il Bistefani tradizionale da 1 chilo scontato del 50% a 3,39 euro all’Esselunga di Voghera e il Paluani senza canditi col cartellino di 3,99 euro in sconto del 42% sempre alla Grande i di Montebello della Battaglia. L’offerta a 0,99 euro della Grande i, tuttavia, durava appena due giorni, dal 29 al 30 novembre, e dunque è già terminata. Vale la pena di notare che i prodotti meno costosi in assoluto, si trovano non nei discount ma nelle catene tradizionali che ricorrono sempre più spesso a sconti importanti per invogliare la clientela a recarsi nei loro punti vendita. Il meccanismo delle offerte è il solito di sempre: le insegne sperano che, una volta acquistati i prodotti civetta scontatissimi, i consumatori acquistino anche altro nel vastissimo assortimento presente nelle grandi superfici. E il gioco funziona quasi sempre. Soprattutto in occasione delle ricorrenze.