Dopo il granchio blu
Il pesce scorpione invade le coste italiane, una sciagura: quali sono le conseguenze
Un'altra gravissima minaccia per i nostri mari, che va ad aggiungersi a quella del granchio blu, con cui l'Italia sta facendo i conti ormai da tempo. Gli esperti e i pescatori sono ora preoccupati per un pericolo ancora più grande: il pesce scorpione, noto anche come pesce leone (Pterois miles). Questo pesce, che colpisce per la sua bellezza determinata dai colori vivaci, era finora conosciuto nel Mediterraneo orientale, ma recenti avvistamenti lo segnalano anche lungo le coste italiane di Sicilia, Puglia e Calabria. Già, si tratta di un esemplare solitamente fotografato nelle acque del Mar Rosso.
Claudio Brinati, un biologo esperto interpellato dal Messaggero, spiega: "I primi avvistamenti in Italia sono stati registrati nella Sicilia sud-orientale. Questa specie è tra le più invasive al mondo, avendo già colonizzato gran parte delle coste atlantiche occidentali con impatti ecologici significativi. I rapporti dalla Grecia e le proiezioni dei ricercatori italiani indicano che il pesce scorpione potrebbe raggiungere le coste laziali entro due o tre anni. La sua voracità gli permette di consumare grandi quantità di pesce, alterando l'ecosistema mediterraneo attraverso la predazione di piccoli pesci, fondamentali per le specie autoctone."
Il punto è che voracità del pesce scorpione si trasforma in una minaccia ben maggiore rispetto a quella rappresentata dal granchio blu. "La presenza di specie non native del Mediterraneo è dovuta sia a fenomeni naturali sia al trasferimento causato dalle attività umane", spiega Brinati. "Se il granchio blu è arrivato nel nostro mare tramite trasporto diretto, molte altre specie aliene sono giunte spontaneamente attraverso il Canale di Suez, favorito dal riscaldamento del Mediterraneo."
I dati scientifici e le indicazioni geografiche mostrano la presenza di 221 specie non tipiche nel bacino del Mediterraneo, una vera e propria invasione che mette a rischio il nostro ecosistema. "Il granchio blu, presente nel Mediterraneo dal 1948, ha proliferato negli ultimi anni a causa delle variazioni climatiche e ambientali, minacciando le popolazioni selvatiche autoctone e gli allevamenti di molluschi, specialmente nel nord Adriatico. La sua presenza sta aumentando anche sulle coste del Lazio, mettendo in difficoltà l'ecosistema", aggiunge Brinati.
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E tra tutte queste specie, il pesce scorpione è una delle principali preoccupazioni per i pescatori italiani. Tanto che dal 14 al 18 ottobre 2024, a Palermo, durante il congresso della Commissione internazionale per l’esplorazione scientifica del mar Mediterraneo (Ciesm), tra i temi sul tavolo quello di individuare nuove strategie per contenere la diffusione e la minaccia rappresentata da questo nuovo predatore che sta riempiendo le acque dei mari italiani.