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Frutta e verdura, "sostanze altamente tossiche": dossier-choc, cosa ci mangiamo (e cosa evitare)
Sapete davvero cosa c'è nella frutta e nella verdura comprata? Forse no e stando all'ultimo dossier di Legambiente la scoperta è preoccupante. Sì, perché su 2.519 campioni di alimenti di origine vegetale di provenienza italiana ed estera, c’è un 63 per cento senza residui di pesticidi, mentre una fetta importante (il restante 35) è rappresentato da campioni che contengono uno o più residui, seppur nei limiti imposti dalle norme. I dati sono quelli relativi al 2020.
A contenere più pesticidi è la frutta. Stando ai dati nel 53 per cento circa dei casi sono presenti tracce di almeno una sostanza attiva. In particolare la maggior presenza si registra nell'uva da tavola (85,71 per cento), nelle pere (82), nelle fragole (71) e nelle pesche (67). Più confortanti i dati sulla verdura, che presenta una maggiore quantità di alimenti regolari senza alcun residuo (73,8), con poche tipologie che presentano elevate quantità di fitofarmaci come pomodori (60) e peperoni (48).
Ma quali sono questi pesticidi? Legambiente nel suo dossier aggiunge che le sostanze trovate sono prevalentemente fungicidi e insetticidi. In particolare boscalid, acetamiprid, metalaxil, fludioxonil e dimethomorph. Ma non è tutto, perché alcuni alimenti presentano sostanze altamente tossiche. "Tra queste – si legge nel dossier – continua a comparire il chlorpyrifos-methyl, il cui utilizzo è stato finalmente vietato nel 2020 dall’Ue, ma che l’Italia continua ad adoperare per contrastare gli effetti della cimice asiatica, chiedendo specifiche deroghe per coltivazioni più a rischio tra cui melo, pero, pesco, nettarine, noce e nocciolo".
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