Padre italiano o dell'Est?
La mamma è sempre certa, il papà no, pure nei cani. Per questo il Tribunale degli animali dell'associazione Aidaa farà fare un test del Dna a un piccolo di yorkshire. La padrona, infatti, l'ha trovato un po' troppo cagionevole per essere figlio di un cane di allevamento italiano, e sospetta che sia un cucciolo importato illegalmente dall'Est. La donna, infatti, a gennaio ha acquistato da un allevamento amatoriale un cane di razza yorkshire, pagandolo la bellezza di 900 euro. Il cane, dopo un mese di cure per una presunta bronchite che a detta della signora sarebbe stata taciuta dall’allevatore, ha avuto il cimurro. La signora dunque ha chiesto al tribunale degli animali di poter procedere all’esame del Dna del proprio cagnolino per accertarne la paternità. Grazie a questo esame, che viene chiesto per la prima volta in Italia, si potrà cosi accertare se il cane acquistato dalla signora è effettivamente componente della cucciolata dell’allevamento che lo ha venduto oppure no. “Si tratta effettivamente di un caso particolare, che comunque è contemplato in molti contratti di compravendita di animali anche se non ci risulta sia mai stato chiesto in Italia- dice Lorenzo Croce, presidente nazionale AIDAA e responsabile nazionale del Tribunale degli animali- anche perché l’esame del Dna ha un costo piuttosto elevato. Ora la signora si è rivolta ai nostri avvocati e ha avuto il via libera a fare questo esame in via preventiva. Successivamente, se dovesse emergere che il cane non corrisponde ai dati di paternità e maternità denunciati dall’allevatore, si provvederà alla denuncia del medesimo. Quello che noi ci auguriamo, comunque, è che la signora tenga lo stesso il cucciolo e che guarisca. Ora il tribunale degli animali- conclude Croce- chiederà all’allevamento di permettere il prelievo sullo yorkshire presunto padre in modo da poter effettuare la comparazione cosi come previsto tra l’altro dal contratto di acquisto e dopo questo esame si decideranno le ulteriori mosse”