Un mondo di social media e anche l'Italia si adegua
In una società ormai Facebook-centrica non fa più molta notizia che il social network sia il motivo principale per il quale la stragrande maggioranza degli internauti accende il pc (o lo smarthpone, tablet e netbook). Ma la ricerca di Nielsen The Social Media Report rappresenta comunque un buon quadro di quello che oggi rappresentano i social media a livello mondiale. Sulla base dei dati forniti, Facebook domina in tutte le nazioni europee prese in esame, Giappone e Brasile casi a parte. Le riflessioni più interessanti riguardano allora le posizioni immediatamente inferiori alla prima piazza, tutto per capire come i diversi network sociali intervengono nella storia sociale, politica ed economica di una nazione. Negli Stati Uniti ad esempio, il 77,3% della popolazione naviga normalmente sul web, e di questi ben il 70,65% è iscritto a Facebook; seguono a ruota la piattaforma Blogger e Twitter. Una considerazione chiara è quella che vede negli States il modello principale di una cultura fortemente influenzata dal web e da tutto quello che ruota attorno ai Social Media. La voglia di raccontare la propria vita e renderla quasi un’istantanea telematica è forte, così come la volontà di essere attivamente partecipi della vita politica del paese. In questo il Presidente Obama rispecchia perfettamente il cittadino che, seppur non prettamente esperto, utilizza la Rete per aggiornarsi, comunicare e lasciare traccia del suo passaggio. I dati che riguardano l’Italia rispecchiano molto quelli degli americani. Le prime due posizioni di questa speciale classifica spettano infatti a Facebook e a Blogger, servizio che fa parte di Google e che permette di creare un blog online. La differenza è che nelle prime 5 posizioni non c’è spazio per Twitter ma per le community online, prettamente italiane, di Virgilio e del portale Libero.it. Chiude la top five il servizio di blogging Wordpress, che rappresenta una valida alternativa (a volte anche più professionale) a Blogger per aprire e gestire un diario telematico. Anche qui alcune semplici considerazioni. Gli internauti italiani, seppur siano molto attivi nella produzione di contenuti, sembrano ancora fidarsi molto della notizia “istituzionale” cercata e condivisa sul web. Per questo le alte posizioni in classifica, per tempo di fruizione, di Virgilio e Libero lasciano intendere come gli italiani passino molto tempo e leggere sul web, a confrontare le proprie idee e passioni. In questo gli americani sono più “produttori” e meno “fruitori” di contenuti online. Uno spiraglio per il sistema editoriale italiano che, puntando su rinnovati sistemi di produzione della notizia, potrebbe giovare di questo rinascimento culturale 2.0. di Antonino Caffo