La religione abbraccia la tecnologia
I tempi della diffidenza cattolica sulla tecnologia sembra essere lontana anni luce dai giorni nostri. Sdoganando il ricorso agli ultimi ritrovati, anche la religione ha benedetto l’uso quotidiano dei dispositivi più evoluti, specialmente nella comunicazione. Dopo aver inaugurato il portale web Pope2you nel 2009, adesso il Vaticano dispone anche di applicazioni per iPhone e iPad. E’ l’attuazione concreta dell’invito di Benedetto XVI a “trovare vie per diffondere – in modo nuovo – le voci e le immagini della speranza, attraverso internet, che avvolge l’intero pianeta in modo sempre più stretto” nel messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2009. Così sugli scaffali virtuali della sterminata libreria di applicazioni Apple arriva "Popes" che, al solo costo di 0,99 centesimi di dollaro, illustra la millenaria storia dei pontefici romani da San Pietro a Benedetto XVI. C’è anche “Holy Rosary Deluxe”, il Santo Rosario in versione virtuale, con immagini sacre e dotato di vibrazione per ogni grano con possibilità di stand-by per rispondere ad una chiamata in arrivo – fede e progresso devono pur trovare un compromesso. Per un 1,99 dollari è in vendita “Mea Culpa”: come dice chiaramente il titolo, serve per sottoporsi ad una specie di check-up dei peccati, così da ordinarsi le idee in vista della confessione vera e propria. La tecnologia non ha ancora il potere di assolvere dai peccati – almeno finora. Ovviamente non può mancare “Virgin Mary”, che offre un’ottantina di foto della Beata Vergine a cui rivolgere le preghiere. Insomma, lo “slideshow” di foto digitali ha preso il posto dei vecchi santini custoditi nel portafoglio. Finora l’incontro di fede e tecnologia non ha prodotto controversie, come dimostra la rimozione, l’anno scorso, di un’applicazione, “Me So Holy”, che consentiva di modellare il proprio volto su quello di Gesù. Viceversa “Jesus Calling” è un’applicazione scaricata in un anno soltanto da quasi 550,000 utenti, che contiene il semplice diario spirituale di una missionaria americana. La tecnologia del web diventa come un vangelo popolare in cui ognuno legge o scrive il proprio sentimento religioso. Gabriele Cazzullini