Scienza

Davvero un asteroide colpirà la terra? Ecco cosa c'è da sapere

Luca Puccini

Abbiamo un asteroide che ci aleggia sopra la testa. O meglio, 2024 Yr4, è stato rilevato per la prima volta il giorno di Natale dell’anno scorso a una distanza di 824.800 chilometri da noi, che è circa 2,16 volte lo spazio che separa la Terra dalla Luna. Il suo (possibile, ma poco probabile) impatto con il vecchio pianeta blu è previsto per il 22 dicembre del 2032, che non è esattamente ora ma che, come prospettiva (nell’arco temporale delle ere terrestri), è in sostanza dopodomani. Sono giorni, tuttavia, che le proiezioni degli esperti, dei matematici e degli analisti dello spazio rivedono il rischio che ci possa piombare addosso sul serio.

All’inizio il suo “grado di preoccupazione” (che in realtà si chiama “indice Torino” ed è il nome di una scala di classificazione del pericolo che un oggetto vicino alla Terra possa schiantarsi sul suo suolo) era dell’1,5%, poi è schizzato su al 3,1%, ora è ridisceso allo 0,16% (questo stando alla rilevazione dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea: i calcoli effettuati dalla Nasa, l’omologa statunitense, sono leggermente differenti perché si basano su un algoritmo diverso e ragguagliano sullo 0,28%, ma il concetto cambia di poco). Stando alla “scala Torino”, insomma, il punteggio di 2024 Yr4 è di uno (e non più di tre): che è di per sè una buona notizia epperò non è nemmeno la certezza che l’evento non si verifichi affatto (per arrivare a quota zero bisognerà aspettare il 2028). L’oscillazione delle probabilità cambia, e cambia così rapidamente, perché in astrofisica determinare l’orbita esatta di un’asteroide non è affare semplice. I dati preliminari presentano sempre un certo margine di errore, al quale si cerca di mettere un correttivo con le conoscenze che via via si acquisiscono attraverso nuove osservazioni: 2024 Yr4 è, appunto, in questa delicata fase (e, mica è un caso, il Cneos, che è il Center for near Earth object studies che fa riferimento al Jet propulsion laboratory della Nasa l’ha già detto chiaro: ci saranno altri rapporti). Primo, nessun allarme.

Secondo, quindi anche nessun allarmismo (specie se ingiustificato). Terzo, monitoraggio (invece), quello sì e pure serissimo. Perché 2024 Yr4, che in questo momento sta fluttuando verso Marte e non verso di noi, non è un sassolino spaziale, è un “macigno” che potrebbe esser lungo tra i 40 e i 90 metri e, in caso di collisione, considerate anche le sue dimensioni, potrebbe creare danni significativi. L’Iau, che è l’Unione astronomica internazionale, ed è anche un team di scienziati che scruta l’universo almeno dalla fine degli anni Novanta, parla di «una scoperta di routine in cui si prevede un passaggio vicino alla Terra che non pone alcun livello insolito di pericolo». Meglio così, ovvio: «I calcoli attuali mostrano che la possibilità di collisione è estremamente improbabile e non suscita attenzione o preoccupazione pubbliche». Tanto più che «nuove osservazioni telescopiche, molto probabilmente, porteranno alla rassegnazione del livello zero», ancora in relazione all’“indice Torino”. Nello scenario peggiore l’asteroide potrebbe colpire una particolare area del pianeta che attraversa il pacifico orientale, il centro America, l’Atlantico, l’Africa, la Penisola arabica e arriva addirittura fino in India. Anche qui, di nuovo, stiamo parlando di una zona molto vasta: perché i dati che ci sono sono preliminari e parziali. L’Europa, comunque, non dovrebbe correre alcun pericolo. Un altra possibilità (da non escludere, remota anch’essa) è che 2024 Yr4 possa entrare in rotta di collisione con la Luna: questo si verificherebbe se, anziché entrare nella nostra atmosfera, il corpo roccioso dell’asteroide colpisse la superficie del satellite (fatto che potrebbe avvenire con una percentuale di stima dello 0,3%).