Cane cade in un pozzetto

Silvia Tironi

Abbandonato dal suo padrone e bloccato per cinque lunghi giorni in un cunicolo. Al buio e senza acqua nè cibo. Protagonista della triste vicenda di abbandono è un cane da caccia, che la scorsa notte è stato salvato grazie all'intervento dei volontari della Lav Sicilia i quali per quattro giorni e quattro notti si sono adoperati ininterrottamente per portarlo in salvo. Il cucciolotto era infatti caduto in un cunicolo nelle campagne di Polizzi generosa, nel palermitano.  "Questa vicenda dimostra come ancora molto si debba fare nel campo dei diritti degli animali", ha dichiarato Marcella Porpora, coordinatrice regionale Lav Sicilia, "il cane estratto solo alle 00.20 del 10 ottobre era stato incredibilmente dato per morto. Tutti avrebbero avuto la 'coscienza' a posto e il povero cane, dimenticato persino dal suo padrone, sarebbe andato incontro ad una morte lenta ed atroce". A chiedere aiuto è stata la Lav che ha lanciato l'allarme: "Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia che il cane è stato tratto in salvo", sottolinea Ilaria Innocenti del settore nazionale cani e gatti Lav, "rimane però l'amarezza per le sofferenze subite in ben quattro lunghi giorni, durante i quali è rimasto prigioniero nel cunicolo, senza pensare al fatto che, se non ci fosse stata segnalata la situazione, il cane, con ogni probabilità, sarebbe morto dopo una lunga agonia". "Per salvare il cane l'amministrazione comunale ha attivato una task force che ha lavorato anche nelle ore notturne", ha voluto sottolineare Patrizio David, sindaco di Polizzi Generosa, commentando il salvataggio del cane da caccia rimasto in fondo ad un pozzetto di raccolta delle acque piovane. "Ho attivato personalmente una squadra di 13 unità, tra vigili urbani, guardie forestali, servizio veterinario, impresa per movimento terra e protezione civile, che fino all'una della notte non si sono risparmiati per recuperare il cane". "Con viva soddisfazione", ha aggiunto il primo cittadino, "abbiamo visto uscire dal cunicolo Diana, così è stato chiamato l'animale, e grazie ai veterinari, presenti sul posto, abbiamo approntato le prime cure, dapprima con infiltrazioni fisiologiche e poi con acqua e cibo. Ho tenuto Diana in custodia fino a stamani quando l'ho riconsegnata ai proprietari giunti da Trabia". Ma ilproprietario potrebbe ben presto trovarsi in grossi guai: l'uomo infatti, aveva raccontato ai vigili urbani che il suo cane aveva il microchip previsto dalla legge per scoraggiare gli abbandoni, ma dopo il salvataggio i veterinari hanno scoperto che non era vero. Ora il cacciatore potrebbe essere denunciato.