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Leucemia mieloide, la scoperta che cambia la lotta alla malattia di Berlusconi

Un nuovo farmaco riaccende la speranza dei malati di leucemia mieloide cronica, la stessa patologia di cui soffriva Silvio Berlusconi, venuto a mancare lo scorso 12 giugno all'età di 86 anni. Si tratta di un tumore raro del sangue che colpisce circa 100mila persone nel mondo e quasi 9mila in Italia e che è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule staminali del midollo osseo. In oltre il 90% dei casi è caratterizzata da un'alterazione genetica acquisita nota come cromosoma Philadelphia.

 

 

 

Adesso la speranza è riposta tutta in un nuovo farmaco in compresse, asciminib, che - dotato di un meccanismo d'azione innovativo che lo rende più efficace - sarebbe in grado di mirare all'interruttore molecolare della malattia. Il farmaco, come spiega il Messaggero, è stato sviluppato dall'azienda svizzera Novartis. Ma il trattamento è disponibile anche nel nostro Paese, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale.

 

 

 

La cura avrebbe prodotto degli effetti positivi anche a lungo termine. A tal proposito Massimo Breccia, professore associato dell'Università La Sapienza di Roma, ha spiegato: "Il trial di fase I ha valutato per una durata mediana di 4 anni gli effetti di asciminib in pazienti fortemente pre-trattati e ha dimostrato la sua sicurezza, tollerabilità ed efficacia a lungo termine: non solo la maggior parte dei pazienti (70%) è rimasta in trattamento con asciminib, ma due terzi hanno raggiunto la risposta molecolare maggiore o la risposta molecolare profonda, due parametri che indicano lo stato di attività della malattia".