Parola al direttore
Vittorio Feltri: l'intelligenza artificiale? Meglio dell'idiozia naturale
Nelle ultime settimane ferve il dibattito sulla intelligenza artificiale, grazie alla quale molti problemi che l’uomo fatica a comprendere sarebbe un gioco da ragazzi risolvere. Un esempio banale ma facile da afferrare, tanto è vero che l’ho capito perfino io. Se tu studente devi fare una sintesi ragionata del pensiero di Platone in chiave politica, inserisci nel computer miracoloso l’ordine di eseguire la ricerca che ti sta a cuore e la macchina, nel giro di pochi minuti, ti fornirà in forma perfetta quanto hai chiesto.
Sembra un prodigio e invece questa è la nuova realtà. Che per il momento non è ancora alla portata di tutti, ma lo sarà presto. L’intelligenza artificiale, che evidentemente è preferibile all’ignoranza naturale, è in grado anche di aiutare i medici nelle diagnosi e perfino gli ingegneri che per edificare un grattacielo ora sono costretti a fare dei calcoli che strizzano anche un cervello attrezzato. Insomma, come si fa a osteggiare una simile diavoleria che evita all’uomo la scocciatura di doversi impegnare a fondo per realizzare qualsiasi progetto o ricerca utile per eseguirlo? Oddio, qualche rischio per chi si affida all’elettronica complessa per ragionare o per mettere in piedi una impresa indubbiamente c’è. Ed è quella di impigrirsi al punto di compromettere gran parte delle sue capacità riflessive. Se il mio lavoro faticoso lo può svolgere in poco tempo e gratis la macchina, non c’è motivo che sforzi la mia testa per ottenere un risultato eccellente. A maggior ragione il discorso vale per gli universitari attualmente obbligati a sostenere sacrifici per superare esami complessi, mentre un domani sarà sufficiente per loro premere alcuni pulsanti per avere in mano dei documenti utili a passare ogni test.
È difficile fare previsioni in questo campo pieno di tecnologie raffinate, però dobbiamo sapere che in linea di massima gli strumenti forniti dal progresso ci hanno agevolato la vita, benché ci abbiano costretto a imparare a usarli correttamente. Pensate agli aeroplani che hanno realizzato il nostro sogno di poter volare, se non ci fossero piloti preparatissimi saremmo ancora con i piedi piantati a terra. Noi viventi abbiamo affrontato di tutto durante la nostra presenza sulla terra, e ci adatteremo credo volentieri anche all’intelligenza artificiale che poi è sempre frutto dell’ingegno contenuto nel cranio di cui siamo dotati. Un’ultima osservazione. Molta gente teme i robot e non sopporta che abbiano sembianze umane tali da intimorirla. Essi in effetti hanno movenze simili alle nostre, sono di metallo ma si presentano e lavorano come operai specializzati. A qualcuno fanno letteralmente paura e non ne accoglierebbero uno in casa al posto di una collaboratrice domestica. Vorrei fornire una tranquillizzazione definitiva: se proprio un domani questi mezzi meccanici vi spaventassero, potreste sempre spegnerli come fate con l’aspirapolvere.