La ricerca
Infarto, ecco l'ora in cui non si deve mai andare a dormire
Le malattie cardiache sono tra le prime cause di mortalità nel mondo. E la prevenzione primaria rimane uno dei principali strumenti per combatterle. È stato infatti dimostrato che, riducendo al minimo i fattori di rischio cosiddetti “modificabili” - che si possono cioè correggere con lo stile di vista - si riduce notevolmente la possibilità di contrarre queste malattie. Tra i fattori modificabili, oltre all'alimentazione, all'attività fisica e al fumo, c'è anche il sonno, di cui si parla poco ma che contribuisce in modo importante alla salute del cuore e al benessere generale dell'organismo. Diversi studi scientifici evidenziano una correlazione tra la tempistica del sonno e il rischio di malattie cardiovascolari. In particolare, secondo un nuovo studio pubblicato dalla Rutgers University del New Jersey, si analizzano le differenze di metabolismo tra due diversi gruppi di persone: i mattinieri e i nottambuli.
I risultati della ricerca suggeriscono che sono le persone che vanno a dormire più tardi, in particolare dopo la mezzanotte, ad essere più a rischio sul possibile sviluppo di malattie cardiache. I nottambuli avrebbero una ridotta capacità di utilizzare e bruciare i grassi necessari per l’energia da impiegare nelle loro attività a causa dei cambiamenti che la notte porta nel corpo e nel metabolismo. Di conseguenza, questi grassi si accumulano nell’organismo, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiache e altre patologie generalmente provocate dall’accumulazione lipidica.
Al contrario, le persone mattiniere, essendo più attive nelle prime ore del giorno, brucerebbero più grassi per produrre energia per le loro attività quotidiane. Il risultato della ricerca sottolinea il vantaggio dei mattinieri sui nottambuli soprattutto sul lungo termine. In conclusione, dunque, ancora una volta, la prevenzione si rivela l'arma più efficace. E dove non è possibile, correggere uno stile di vista non sano può portare grandi benefici.