Reinfezione
Omicron, chi rischia di prendere il Covid due volte: c'entra anche il vaccino
È proprio il caso di dirlo: ma che sfiga! Non è bastato prendere il covid una volta, con tutto ciò che ne consegue tra quarantena chiusi in casa, tamponi rapidi o molecolari che siano per uscire dall'incubo, rimbalzi di competenze tra le varie autorità sanitarie. Orasi allunga lista di chi il virus venuto dall'oriente l'ha preso per la seconda volta. Nonostante la prima guarigione e magari anche le due dosi di vaccino a completare il ciclo. Ma chi sono questi sfortunati del covid bis? L'identikit ha i contorni di donne, giovani, non vaccinati, persone che si sono contagiate in tempi meno recenti e operatori sanitari. A spaventare è soprattutto la variante omicron. «Nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni covid sul totale dei casi segnalati è stata pari al 3,3 per cento, stabile rispetto alla settimana precedente», si legge nell'ultimo aggiornamento del report "Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale" stilato dall'Istituto superiore di sanità.
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I CONTI - I conti sono presto fatti. «L'anilisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l'inizio della diffusione della variante mmicron) evidenzia un aumento del rischio relativo di reinfezione per chi ha avuto la prima diagnosi di covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti», si legge nell'aggiornamento del report sull'infezione cinese, «nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi». Dopo quattro/sei mesi iniziano a calare gli anticorpi e anche la memoria immunitaria, col passare dei giorni, sembrerebbe risvegliarsi con meno vigore. SCOLARI E BADANTI Perché le donne, bambine, adolescenti o adulte che siano, rischiano di più? Secondo gli studi dell'Iss (Istituto superiore di sanità) a incidere significativamente è soprattutto la scuola, dove la presenza rosa raggiunge infatti l'80 per cento e dove i controlli sono molto intensi. Senza dimenticare anche l'aspetto dei caregiver in famiglia, ruolo svolto molto spesso da donne. Basti pensare alle badanti. Ma anche i giovani, come dicevamo, devono stare molto attenti. Si parte dai dodici anni e si arriva fino ai 49: questa ampia fascia di popolazione under 50 rischia di più rispetto alla fascia 50-59 anni. Perché? La motivazione, in questo caso specifico, è più banale. Si tende a reinfettarsi perché si è meno attenti, si esce di più, si fanno aperitivi, pranzi e cene in compagnia. E si ha anche, ovviamente, una percezione del pericolo covid meno forte. Soprattutto chi ha già completato il ciclo vaccinale si sente "invincibile" e quindi abbassa la guardia, magari anche utilizzando poco la mascherina o infilandosi in assembramenti belli corposi. Infine, ecco gli operatori sanitari. Medici e infermieri che lavorano negli ospedali su tutti. In tutta Italia, da nord a sud, dal 24 agosto scorso al 9 marzo sono stati segnalati 251.633 casi di reinfezione, ovvero il tre per cento del totale dei casi registrati.
LA VARIANTE - La variante omicron è composta da quattro sigle diverse: due tipi di BA.1, la BA.2 e la BA.3 che non è ancora stata analizzata. La BA.2, la cosiddetta omicron 2, ha un'incidenza del dieci per cento, è più infettiva e colpisce soprattutto gli anziani con un sistema immunitario in genere più debole. Due dosi contro omicron, in questi casi, non bastano, e serve necessariamente il booster per chiudere il ciclo e coprirsi bene contro ogni eventuale forma di contagio. Va sottolineato, però, che nella grande maggioranza dei casi di reinfezione si tratta di forme di malattia più leggere. I sintomi, infatti, sono piuttosto lievi: raffreddore, dolori articolari, spesso accompagnati da un po' di febbre. La variante omicron, infatti, ha la caratteristica di infettare le prime vie aeree piuttosto che i polmoni e quindi il virus non scende in profondità nella maggior parte dei casi. RISPOSTA IMMUNITARIA In ogni caso, la gravità dell'infezione dipende poi anche dalle patologie pregresse e dal quadro clinico della singola persona. Più in generale, secondo la Federazione ordini dei medici (Fnomceo) le reinfezioni con la variante omicron sono più frequenti con il passare del tempo. Motivo? La prima ipotesi è perché la risposta immunitaria prodotta dalla vaccinazione o da una precedente infezione potrebbe perdere forza col passare del tempo. La seconda, invece, potrebbe essere ricercata nel fatto che l'organismo in questione fatica a riconoscere le mutazioni a cascata che si differenziano via via dal virus originale.