Il placebo come terapia

Monica Rizzello

Il placebo potrebbe un giorno diventare una vera e propria terapia, non per sostituirsi a pillole e iniezioni, ma per tentare ridurne l'uso, supportando le cure a tutto beneficio del paziente. La notizia, che farebbe la gioia del fisiologo russo Iva Pavlov, scopritore del riflesso condizionato, arriva da uno studio della University of Rochester Medical Center in team con i ricercatori della Stanford University, e ha guadagnato le pagine della rivista Usa “Psychosomatic Medicine”. Testato su pazienti alle prese con la psoriasi, il placebo ha infatti dimostrato di funzionare al punto che l'uso di steroidi, le molecole impiegate nella terapia di questa patologia, è stato notevolmente ridotto (tra un quarto e il 50%). I risultati preliminari hanno dunque indotto i ricercatori a sperare che la tecnica, che prevede un mix di placebo e farmaci, possa un giorno essere estesa a diverse malattie croniche che colpiscono il sistema immunitario, nonché la salute mentale. La ricerca è stata condotta su 46 pazienti per un periodo che va dalle 11 alle 14 settimane; gli studiosi hanno testato vari dosaggi di farmaci abbinati a placebo, per verificare se e quanto fosse possibile limare l'uso di medicinali. L'obiettivo è di massimizzare, attraverso l'uso di placebo, i benefici derivanti dalla terapia, ridurre gli effetti collaterali legati ai farmaci, nonché i rischi e la tossicità.