Parola all'esperto
PiazzaPulita, Abrignani sul long-Covid: "Non sappiamo ancora chi colpisce. Cuore e reni, le conseguenze"
Non solo il Covid, ma anche il long-Covid, tutta quella drammatica serie di effetti a lungo termine che lascia in eredità il coronavirus. Il male che, tra gli altri, affligge anche Silvio Berlusconi, con pesanti conseguenze. E di long-Covid se ne parla a PiazzaPulita, il programma condotto da Corrado Formigli su La7, nella prima puntata della stagione, quella in onda ieri sera, giovedì 16 settembre.
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Ospite in studio ecco Sergio Abrignani del Cts, al quale Formigli chiede se "state cominciando a studiare il cosiddetto long-Covid. Cioè - prosegue il conduttore -, prendersi il Covid, anche in maniera leggera e da giovane, senza essere ricoverati e al massimo con un po' di febbre. C'è un rischio a lungo termine. Si inizia a pensare che ci siano delle conseguenze?".
La risposta di Abrignani è netta: "Più che iniziare a pensarlo ormai c'è la certezza che ci sia tutta una serie di sequele che seguono l'infezione acuta quando l'infezione viene risolta. Non è quindi una cronicizzazione dell'infezione. È una sorta di sequela che ci lascia questa infezione per meccanismi che ancora non si conoscono bene". Dunque, Formigli chiede quali siano gli organi più a rischio: "Il cuore, il rene... tutti organi abbastanza importanti", sottolinea.
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Ma ci sono già studi consolidati? "Consolidati per il tempo a nostra disposizione: sette-otto mesi. Ma gli studi indicano in modo chiaro che c'è una frazione di persone, e non riusciamo a capire quali sono le persone che andranno incontro al Long Covid, anche bambini tra l'altro, che hanno questo tipo di sequele. L'infezione è risolta, ma è come se il virus innescasse nel nostro organismo una serie di problemi che ci porteremo dietro per tanto tempo. Ancora non sappiamo quanto ma un anno almeno, stando ai primi che sono stati visti", conclude Abrignani. Insomma, uno scenario pericoloso, inquietante. E sul quale ancora non abbiamo informazioni precise.