Pandemia e mutazioni
Variante Delta, lo studio: carica virale 1.000 volte più alta e contagio a tempo record
La variante Delta si sta diffondendo sempre più velocemente e in maniera sempre più massiccia in tutto il mondo. Una situazione dovuta a una contagiosità superiore del 40-60% rispetto alla variante Alfa. Adesso, però, per la prima volta, uno studio fa luce anche su quale possa essere il meccanismo alla base di questa straordinaria trasmissibilità. In particolare, è stato scoperto che la Delta può riprodursi più rapidamente, portando le persone a infettarsi in tempi brevi, e che le cariche virali rilevate sono almeno 1.000 volte superiori a quelle delle altre varianti. Sono arrivati a questa conclusione i ricercatori cinesi del Centro provinciale di Guangdong per il controllo e la prevenzione delle malattie, che hanno esaminato tutti i dati relativi al primo focolaio di Delta in Cina.
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I ricercatori, il cui studio è stato pubblicato su Virological, hanno osservato che la positività era rilevabile in media dopo 4 giorni dall’esposizione nell’epidemia del 2021 rispetto ai 6 di media del ceppo del 2020. In pratica il periodo di "incubazione" dura meno. "Questi dati evidenziano che la variante Delta potrebbe essere più contagiosa durante la fase iniziale dell’infezione", hanno scritto i ricercatori cinesi. Dallo studio, però - come riporta il Corriere della Sera - emerge anche che le vie di trasmissione non sono cambiate: le principali modalità di contagio continuano a essere un mix di aerosol inalati e contatto diretto con goccioline di saliva.
Le persone più a rischio sono quelle non vaccinate: "Loro non hanno difese contro la Delta, mentre le persone parzialmente vaccinate hanno bassi livelli di anticorpi neutralizzanti", ha scritto su Twitter Angela Rasmussen, ricercatrice dell’Organizzazione per i vaccini e le malattie infettive dell’Università del Saskatchewan. La maggiore carica virale della variante, inoltre, può spiegare anche le reinfezioni o le infezioni tra i vaccinati: una dose alta di virus può superare le difese indotte dal vaccino fino al punto da causare un’infezione. Tuttavia l’immunità indotta dal vaccino stesso proteggerà la persona dalla malattia grave.