AstraZeneca, agli Open Day vaccinano giovani e donne volontari. La lettera di 24 medici: "Rischio trombosi con esito fatale"
Perché si continua a vaccinare i giovani con AstraZeneca se l'Aifa stesso ha consigliato di somministrare il siero anglo-svedese contro il Coronavirus soprattutto alle persone over 60? Se lo chiede il Fatto quotidiano, ma se lo chiedono soprattutto gli italiani e in particolare le famiglie delle due donne finite in coma negli ultimi giorni. Una 18enne di Genova, colpita da trombosi del seno cavernoso dopo aver assunto la prima dose di AstraZeneca e ancora ricoverata "in condizioni stabili nella loro gravità" al San Martino, dopo due interventi chirurgici. E una 42enne di Lucca, in rianimazione. Entrambe erano state "volontarie" all'Open Day organizzato per vaccinare il maggior numero di persone possibili tra le fasce d'età più basse.
Le due donne si sommano alle centinaia di casi di trombosi e malori sospetti già registrati da aprile a oggi in Europa, 34 solo in Italia. L'Ema, agenzia europea del farmaco, aveva autorizzato la somministrazione di AstraZeneca dai 18 anni in su, ma l'Aifa e il Ministro della Salute italiano avevano ristretto il campo, implicitamente, "raccomandando" il siero agli over 60. "Hanno fatto scelte simili Francia e Germania mentre Austria, Danimarca e altri Paesi hanno eliminato il vaccino anglo-svedese e gli Usa non l'hanno mai autorizzato", ricorda il Fatto quotidiano.
La scelta di somministrarlo agli Open Day è stata dettata propri dalla necessità di smaltire le dosi di AstraZeneca e non "sprecarle". Per questo, dall'Alto Adige alla Liguria, è stato deciso di offrire il contestato siero anglo-svedese "su base volontaria". Come dire, i giovani che volessero farsi vaccinare a tutti i costi lo avrebbero fatto a proprio rischio e pericolo. "Siamo contrari agli Open Days AstraZeneca perché la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici", è la denuncia di un gruppo di 24 medici vaccinatori volontari di Genova. Tra loro Anna Rubartelli (docente di Ematologia al San Raffaele di Milano), l'endocrinologo Marcello Bagnasco (Università di Genova), Paola Minale (ex direttrice di Allergologia del San Martino) ed Enrico Haupt (ex direttore della medicina generale all'ospedale di Lavagna). E secondo Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei medici di Genova, "Senza una voce scientifica unica, la vaccinazione con AstraZeneca è diventata una scelta politica che rischia di creare panico". Secondo gli studiosi, il vaccino AstraZeneca a vettore virale "può causare una trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine, che si presenta a distanza di 5-15 giorni e può avere esito fatale". I soggetti maggiormente a rischio? Quelli "dai 20 ai 55 anni, ma le persone di gran lunga più colpite sono le giovani donne".