Lipu, Campo antibracconaggio
Il campo antibracconaggio promosso dalla Lipu-BirdLife Italia ha portato alla denuncia di tre bracconieri. Svoltosi nelle scorse settimane in Sardegna con lo scopo di combattere il fenomeno della cattura illegale di uccelli e di mammiferi in provincia di Cagliari, il campo ha portato alla distruzione di 13 mila trappole per catturare merli, tordi e pettirossi, alla rimozione di 81 lacci in cavi d'acciaio per la cattura di cinghiali, gatti selvatici e cervi e di 8 reti per l'uccellagione illegale. Cinquantadue volontari, provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento nei boschi del Basso Sulcis, teatro di un’attività illegale, ma redditizia per i bracconieri, nel cui mirino cadono soprattutto uccelli come merlo, tordo bottaccio, pettirosso, verdone e codirosso. Alcune di queste specie, soprattutto i tordi, sono rivendute, nonostante i divieti, a macellerie e ristoranti locali, che li utilizzano per la preparazione di piatti tipici, in particolare quello delle “Grive”, composto da otto uccelli messi a macerare e bollire in foglie di mirto. I volontari hanno distrutto 521 trappole in media per ogni sentiero dell'“uccellagione” percorso e, soprattutto, hanno dato un notevole contributo per l'individuazione e la denuncia penale degli “uccellatori”, piazzando alcune microcamere sugli alberi, che hanno ripreso complessivamente tre di essi nell'atto di recuperare la preda catturata con le trappole. Contro di loro la Lipu ha sporto denuncia per il reato di uccellagione al comando dei carabinieri di Capoterra. Durante i controlli effettuati dai volontari della Lipu, coadiuvati da un piccolo gruppo di attivisti dell'associazione tedesca Komitee, sono stati ritrovati appesi a trappole in crine di cavallo anche due esemplari di sparviero (Accipiter nisus), uccelli rapaci, e quindi protetti dalla legge. «L'uccellagione - spiega Giovanni Malara, coordinatore del campo antibracconaggio Lipu in provincia di Cagliari - provoca gravissimi danni al patrimonio faunistico sardo, in quanto colpisce in maniera indifferenziata tutte le specie, senza effettuare alcuna selezione. Rimangono così intrappolati uccelli stanziali, anche appartenenti a specie autoctone della Sardegna, indipendentemente dalla loro dimensione e commestibilità». I volontari della Lipu, durante la loro permanenza in Sardegna, hanno svolto anche incontri con gli studenti dell'Istituto Tecnico Commerciale Sergio Atzeni e del Liceo Scientifico di Capoterra. «Nel corso degli incontri - spiega Malara - cui hanno preso parte centinaia di studenti e molti professori, sono stati illustrati i diversi metodi di cattura, e si è dibattuto sui danni che l'uccellagione, come fenomeno illegale, produce al tessuto sociale ed alla biodiversità del territorio di Capoterra. È stata pertanto sottolineata l'importanza del fatto che il fenomeno illegale sia combattuto dalla autorità locali con molta maggiore severità e rigore di quanto non avvenga adesso». Al Campo della Lipu ha anche preso parte James Perry, giornalista della rivista inglese Bbc Wildlife, il quale ha avuto modo di seguire l'attività dei volontari lungo i sentieri di trappole, individuati sulle pendici del Monte Lattias, nella Valle del Gutturu Mannu. Il servizio sarà pubblicato sul numero di gennaio della rivista con il titolo “Le valli della morte” e «darà modo - secondo Malara - a centinaia di migliaia di lettori di tutto il mondo di essere informati della gravissima situazione dell'uccellagione in Sardegna, e del disinteresse delle istituzioni verso la tutela degli uccelli migratori, appartenenti alla comunità internazionale».