Qua marca male
Coronavirus, il professor Vaia dello Spallanzani: "Il contagio su treni, autobus e in famiglia"
"Incrementare il distanziamento interpersonale che è venuto meno". Francesco Vaia, direttore sanitario dell'ospedale Spallanzani di Roma, l'Istituto nazionale per le malattie infettive, traccia la rotta della lotta alla possibile seconda ondata di coronavirus. I dati sui contagi stanno aumentando, le attenzioni di tutti sono rivolte alla scuola, dopo le vacanze e la movida selvaggia, ma il professore guarda oltre l'obbligo di mascherina all'aperto imposto dal governo. "Il Covid-19 non nasce nella scuola, ci arriva. Proviene dall'interno del nucleo familiare, è dalle case che si muove il SarsCoV2. Quindi il nuovo coronavirus viaggia con gli studenti e i lavoratori pendolari". Traduzione: il veicolo di contagio sono autobus, treni, metropolitane, in una parola i mezzi pubblici.
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"La vera scommessa è nella mobilità - spiega il professor Vaia in un'intervista al Quotidiano nazionale -. Vediamo ancora adesso troppe persone ammassate nell'ora di punta, sarebbe bene raddoppiare le corse dei mezzi di trasporto per garantire un distanziamento naturale". "Ci preoccupiamo del sovraffollamento degli stadi - prosegue il direttore - e trascuriamo i treni regionali, i bus e la metropolitana. Noi dobbiamo garantire un distanziamento all'interno delle vetture, delle carrozze. A chi afferma che è tardi io ribatto che è sempre l'ora per prendere le contromisure. Le mascherine servono, ma se i pendolari vengono stipati uno sull'altro come si vede c'è poco da fare".