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Coronavirus, le spaventose conseguenze sul cervello: deficit neurologici e problemi psichici tra i malati

I danni del coronavirus sui contagiati scampati alla morte riguardano anche il cervello. Dall'ospedale San Raffaele di Milano, uno dei centri "in prima linea" contro l'epidemia che ha travolto la Lombardia, arriva uno studio sconvolgente: oltre agli strascichi su tono muscolare e apparato respiratorio, nei pazienti si riscontrano anche "problemi neurologici" che necessitano di una lunga riabilitazione, dai 3 ai 6 mesi. Senza contare, spiega il Giornale, "i disagi a livello psichico che si trascinano anche quando il paziente riesce a tornare a casa".

 

 


 

L'80% dei pazienti, in maggioranza over 70, ha manifestato deficit neurologici e cognitivi: perdita di memoria, difficoltà a concentrarsi e a mantenere l'attenzione. Un cascame del Covid dovuto "alla scarsa ossigenazione durante la fase acuta della malattia". spiega al Giornale Sandro Iannaccone, direttore del dipartimento di Riabilitazione dell'Irccs San Raffaele. Altro altro problema comune a quasi un malato su due è la depressione. meno frequente nei pazienti che sono stati sedati durante la terapia intensiva. Chi ha vissuto in totale coscienza la degenza, invece, è condannato a rivivere quell'incubo anche una volta uscito dall'ospedal. Altro danno collaterale del coronavirus è la perdita di peso, anche per gli asintomatici (meno invogliati a mangiare a causa della mancanza di olfatto e gusto). Parallelamente, conclude il Giornale, l'équipe del Gaetano Pini di Milano guidata dal chirurgo vascolare Gabriele Di Luca ha rilevato negli ultimi mesi un aumento di casi di trombosi venosa tra i pazienti che non hanno potuto essere operati durante i mesi di lockdown, trascorsi in casa. Anche questa è l'altra tremenad faccia del Covid.