Gli australiani proteggono

Carlotta Clerici

 In Australia gli squali valgono molto di più da vivi che da morti, soprattutto se rimpolpano le casse del Paese. Una nuova ricerca ha dimostrato che i predatori dell'oceano fruttano all'economia australiana una grossa fetta dei dollari turistici, mentre la loro popolazione continua a declinare. Secondo i recenti studi dell'università James Cook a Townsville, infatti, la prospettiva di avvistare squali è un’ attrazione troppo forte per gli appassionati di nuoto subacqueo. Nel nordest dell'Australia, tra Cairns e Port Douglas, dove si estende la Grande barriera corallina, fino al 25% della spesa media di un visitatore, circa 825 euro, sono dedicati all'opportunità di vedere gli squali. Nonostante questo però, il numero degli squali nelle acque australiane continua a diminuire. Il portavoce del Wwf Australia, Nick Heath, ha, infatti, dichiarato che la popolazione di pescecani, in alcune parti della barriera corallina, si è intanto ridotta dal 3 al 12% rispetto alle dimensioni originali. Più di 70 mila squali vengono pescati ogni anno al largo del nord Queensland, molti entro l'area della Grande barriera corallina. “Dobbiamo fare di più per proteggere questi supremi predatori, se non per il bene dell'ambiente, per il loro valore in dollari. Un avvistamento garantito vale oro per l'industria del turismo”.