Debutta la protesi in ceramica:
Ha debuttato nella Capitale la prima protesi d'anca inceramica hi-tech impiantata in Italia. L'intervento è stato eseguito oggi nellaclinica privata Valle Giulia di Roma da un pioniere della chirurgia protesicadell'anca, il belga Koen De Smet, e dal giovane chirurgo romano AlessandroCalistri, 32 anni, specialista in Ortopedia e Traumatologia che collabora conDe Smet da alcuni anni, sia in Belgio che in Italia. La paziente zero è unadonna di 42 anni. Lei, che fino a qualche anno fa aveva una vita dinamica eattiva e giocava persino a tennis, era arrivata a zoppicare a causa di unagrave artrosi congenita e ormai trovava difficile anche fare una brevepasseggiata. Adesso, a un giorno dall'intervento di sostituzione totaledell'anca durato circa 45 minuti, “potrà tornare a camminare e sedersi senzaproblemi e, al massimo entro 4 giorni, verrà dimessa dalla clinica e rimandataa casa. L'intervento è perfettamente riuscito”, assicura De Smet. Lo specialistaè un vero recordman degli impianti di protesi – a 46 anni ne ha all'attivo circa 8 mila – ed è il primo ad aver usato questo dispositivocostruito in una ceramica speciale, molto più resistente di quellatradizionale. Portano la sua firma gli unici tre interventi eseguiti in Europa primadi quello italiano. La protesi usata dai due chirurghi, di fabbricazioneinglese, “ha il vantaggio di deteriorarsi meno e di creare meno detriti”,nemici del successo di una protesi, spiega Calistri. Non solo: “La particolareresistenza del materiale con cui è costruita – prosegue – permette alla testa dell'impianto che vieneinserita nel bacino di avere un diametro più largo, più o meno come una palladi biliardo. Una caratteristica che garantisce maggiore stabilità e riduce azero il rischio di lussazione”. I vantaggi - Un altro vantaggio della nuova anca 'hi-tech'è la longevità, sempre legata alle qualità della ceramica di ultimagenerazione. “Se i detriti dovuti all'usura vengono ridotti – assicura Calistri– e aumenta la lubrificazione grazie alla superficie più larga, la protesi siconsuma meno e potrebbero anche ridursi i problemi di mobilizzazione asettica,cioè la reazione ai detriti prodotti dalla protesi che si muove e non è benintegrata”. L'intervento eseguito oggi ha tempi di ripresa molto brevi,sottolineano i due specialisti, anche perchè permette di evitare trasfusioni disangue. Il segreto è nella tecnica chirurgica, perfezionata da De Smet nellasua clinica in Belgio, l'Anca Medical Center (Amc) di Ghent. “Pratichiamo unamini-incisione e usiamo una via d'accesso (postero-laterale modificata da DeSmet) che permette di preservare il più possibile i muscoli, evitando lesionisignificative e dispersioni eccessive di sangue. Non solo: durante l'operazionemanteniamo molto bassa la pressione del paziente e anche questo aiuta a evitaresanguinamenti”, chiarisce Calistri. Il costo della protesi hi-tech è “praticamentesovrapponibile a quello di una in ceramica tradizionale”, spiega lospecialista. Questo tipo di impianto, usato molto di frequente soprattutto peri pazienti di età compresa fra i 40 e i 70 anni e anche più giovani, ovviaanche al problema dell'ipersensibilità al metallo che è sempre più diffusa,soprattutto fra le donne. “Poi spetta al chirurgo la scelta responsabile deltipo di dispositivo e del materiale più adatto a ciascun paziente, a secondadell'età e delle sue caratteristiche”, conclude Calistri.