Zoo di Londra, la leonessa asiatica Abi
La leonessa asiatica Abi ha dieci anni. Da dieci settimane è diventata mamma di due cuccioli, allo zoo di Londra. I piccoli sono diventati l'attrazione dello zoo. Secondo la struttura, restano solo 300 leoni asiatici in libertà. E sono in via d'estinzione. La biologia- Gli elementi che caratterizzano il leone asiatico(Panthera leo persica) permettono di considerarlo una sottospeciedistinta da quelle africane. I leoni che ancora oggi vivono nella foresta di Gir hanno dimensioni pressoché identiche a quelle del leone africano (Panthera leo leo) ma hanno la criniera meno dorata e che, pur essendo più corta, si estende a coprire gran parte dell'addome. La storia- Il leone asiatico era un tempo ampiamente distribuito dalla Grecia fino all'India meridionale, attraverso tutto il Medio Oriente e l'Arabia. Da Omero, che paragona il coraggio degli eroi dell'Iliade a quello di questa fiera, a Erodoto, Aristotele, e Plinio, sono tanti gli scrittori dell'antichità classica che danno testimonianza della presenza del leone asiatico in queste regioni. In epoca preistorica in Europa visse un'altra specie di leone, il leone delle caverne ma già nel V secolo a.C. Erodoto afferma che il Leo persicus è presente solo nella regione compresa tra i fiumi Nesso e Acheloo, corrispondente alla Macedonia. Sempre da Erodoto sappiamo che nella primavera del 480 a.C. in Tracia branchi di leoni divorarono i cammelli della spedizione di Serse contro l'Occidente. Ma già gli autori antichi notavano come il leone divenisse sempre più raro tanto che, secondo Aristotele, proprio per questo motivo Erodoto aveva inventato la storiella secondo la quale le leonesse possono partorire una sola volta nella vita, perché i cuccioli nascendo rompono loro l'utero con le unghie. Alla fine del I secolo d.C. il filosofo greco Dione Crisostomo affermava che il leone, un tempo comune in Macedonia e altre regioni, era estinto in Europa. La Bibbia ricorda in più di cento versetti il leone come animale della Palestina e certamente la specie era ancora presente in Israele al tempo delle crociate fino a che nel XIII secolo l'ultimo esemplare venne ucciso a Lejun, presso Megiddo. Ma le armi e gli inganni dell'antichità poco potevano contro un animale adattabile e privo di nemici naturali e quindi si può ritenere che il leone asiatico fosse ancora presente in gran parte del suo areale geografico originario fino all'avvento delle armi da fuoco, che ne causarono un declino rapidissimo in pochi decenni. In Turchia il leone fu certamente comune lungo l'alto corso dell'Eufrate fino al 1866, ma dopo la prima guerra mondiale non se ne ebbero più notizie. Più o meno nello stesso periodo scomparve definitivamente dall'Arabia e nel 1907 fu ucciso l'ultimo leone della Mesopotamia, una terra che secondo Ammiano Marcellino ne aveva ospitati moltissimi nell'antichità. Gli ultimi due leoni dell'Iraq furono catturati nei primi anni del secolo scorso lungo il fiume Khabur e divennero proprietà del governatore turco di Mosul, mentre in Persia l'ultimo leone fu osservato nel 1942, anche se numerose testimonianze fanno supporre che il grande felino abbia continuato a vivere per parecchi anni nelle zone disabitate e selvagge delle regioni montuose della parte sud-occidentale del paese. Curzio Rufo narra che ai tempi di Alessandro Magno in Bactriana, l'attuale Afghanistan, la massima espressione del fasto orientale erano delle riserve cintate dotate di torri da cui si cacciavano moltissime fiere tra cui leoni, ma non si hanno segnalazioni di questo felino in quelle regioni in tempi recenti. In Pakistan il leone asiatico è stato abbondante fino al XIX secolo lungo il fiume Indo ma nel 1842 fu ucciso l'ultimo esemplare. Eliano nell'antichità ci narra della presenza del leone in India (mater optima animalium) e la specie fino al XIX secolo era abbondante nelle regioni del Rajastan, del Gujarat, del Punjab, dell'Uttar Pradesh e del Madhya Pradesh. La scomparsa del leone dall'India deve essere imputata soprattutto alla caccia. Questo felino fu infatti preda ambitissima dei cacciatori per tutto l'Ottocento; uno solo di essi nel 1860 ne uccise più di 300, di cui una cinquantina nelle immediate vicinanze di Delhi e, qualche anno più tardi, un suo collega riusciva ad ucciderne un'ottantina. Strage dopo strage il leone scompariva così dal suo regno anche perché il basso tasso riproduttivo non consentiva di colmare le perdite subite.