Chi ha il Q.I. basso

Silvia Tironi

Più quoziente intellettivo hai, più il tuo cuore starà bene. Secondouno studio pubblicato sull'European Heart Journal dal team di DavidBatty della Social and Public Health Sciences Unit dell'University ofGlasgow britannica, dunque, cuore e cervello sarebbero legati da undoppi filo. Un basso Q.I., dunque, secondo i ricercatori, sarebbe laspia di un maggior rischio di incappare in una malattia cardiaca. Equesto indipendentemente da fattori come fumo, dietaerrata o pigrizia cronica. "Sapevamo che le persone svantaggiateeconomicamente hanno una salute peggiore e tendono a morire prima perproblemi come cardiopatie, tumori e incidenti - sostiene il professorBatty - Ma fattori di rischio ambientali o comportamenti come il fumo,una dieta ricca di grassi e dolci e poco movimento possono spiegaresolo in parte queste differenze". Secondo lo studioso la ricercaevidenzia la possibilità che esistano fattori psicologici ancorasconosciuti da considerare. E che fra questi possa esserci appuntol'intelligenza. Gli studiosi hanno esaminato 4.289 ex soldati americaniin tutte le fasi della vita: quelli con un reddito e una cultura piùbassi sono risultati a rischio maggiore di morire per malattiecardiovascolari. Ma è stato soprattutto il Q.I. che ha destatosorpresa: quando i ricercatori hanno esaminato il quozienteintellettivo e controllato i fattori di rischio per il cuore di ciascunsoggetto, è emerso appunto che il primo elemento da solo spiegava il23% delle differenze nella mortalità tra i più colti e benestanti e ipiù poveri. I ricercatori spiegano così: un punteggio più basso neltest che misura l'intelligenza potrebbe portare a trascurare piùfacilmente le misure chiave per la salute del cuore. Ma qualunque siail motivo, secondo Batty è bene considerare ilQI quando si valuta la salute cardiovascolare e si studiano le campagneinformative rivolte alla popolaLzione. e indicazioni salva-cuoredovrebbero essere più limpide e comprensibili per tutti.Solo cosìpotranno essere salvate sempre più persone.