dannose o no?

Science, tutta la verità sulle sigarette elettroniche

Caterina Spinelli

La rivista americana Science ha pubblicato nel suo ultimo numero un articolo dal titolo "Evidence, alarm, and the debate over e-cigarettes" a firma di 5 esperti di salute pubblica delle principali università americane. L'articolo prova a fare un punto sul tema della riduzione del danno e l'utilizzo delle sigarette elettroniche a seguito del crescente allarmismo creato da questi strumenti negli USA, invocando un approccio basato sulla scienza e una regolamentazione basata sul rischio. Autori dello studio sono Cheryl Healton, dean, College of Global Public Health, New York University; David Abrams, professor of social and behavioral sciences, College of Global Public Health, New York University; James Curran, professor of epidemiology and dean, Rollins School of Public Health, Emory University; Ronald Bayer, professor of sociomedical sciences and co-chair and professor at the Center for the History and Ethics of Public Health, Mailman School of Public Health, Columbia University. Secondo l'articolo, che entra nel merito del dibattito sulle sigarette elettroniche, tra evidenze scientifiche ed allarmismi, sarebbero "le misure proibizionistiche a mettere a rischio la salute pubblica". "In questo momento storico - scrivono gli autori - vi una è grande e legittima apprensione per l'intersezione di due modelli epidemiologici che riguardano le sigarette elettroniche (il "vaping") e che, seppur distinti tra loro, destano grande preoccupazione: un incremento del fumo elettronico tra i giovani e l'improvvisa ondata di malattie polmonari acute e decessi registrati negli Stati Uniti, associata in massima parte al tetraidrocannabinolo (THC), la componente psicoattiva principale della cannabis. Spesso tuttavia, le discussioni sul fumo elettronico non prendono in considerazione le distinzioni tra nicotina e THC, tra i giovani e gli adulti, tra i prodotti acquistati legittimamente e quelli reperiti sul mercato nero". Mentre si discutono le misure necessarie per far fronte a queste sfide, "si corre il rischio che un allarme giustificato si tramuti in allarmismo, spostando l'attenzione sugli aspetti più emotivi invece che su un'analisi attenta e completa delle evidenze disponibili, aumentando così la probabilità che siano adottate politiche controproducenti". "La nostra opinione - proseguono gli autori - è che le evidenze scientifiche non debbano motivare le misure proibizionistiche. Limitare l'accesso e l'attrattività dei prodotti per il fumo elettronico meno nocivi motivando queste scelte con la necessità di una grande cautela e allo stesso tempo lasciare in commercio i letali prodotti a combustione non tutela la salute pubblica. Si rischia di far andare fuori binario una tendenza che potrebbe invece accelerare il declino delle sigarette, già destinate a causare un miliardo di morti entro la fine del secolo".